pulcella

I tre buoni uomini... andarono alla città dell'avvocato che aveva mosso la causa; e, quasi lagrimosamente, dicevano che c'era una bolla e che essi avevano soddisfatto e pagato.

E qui deve ogni uomo ricordare che la legge dei beni veri dell'anima, quella rimane sempre uguale per variar di Governi e di Stati..; ma la legge dei beni vani muta continuamente, e chi bolla sbolla come dicono alla Faggiola. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Bologna è piena di questi signori che fanno la gran vita. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Quando uno fa la gran vita, non paga tasse, e non si sa da dove li tiri fuori i denari, da noi dicono che è conte. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Costumava la signora Argia, dopo aver desinato, fare un pisolino. Qualche volta le riusciva, qualche volta no! Ma se le riusciva, dormiva beata sino all'Avemaria. (A.Fanzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Barilai disse: — Si, se lassù ci fosse l'albero della cuccagna: una ghirlanda di polli, file di salami e bottiglie di vino. (A. Fanzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

...l'ultimo dei mortali può diventar ministro, arcivescovo, generale!.. Ingomma l'albero della Libertà e l'albero di cuccagna sono una cosa stessa. E la gente se la beve. (E. Calandra, «La bufera»)

Fa del bene, dice un antico proverbio, e avrai sempre bene. (A.Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

«Sarebbe tanto gentile, signor avvocato, da farmi da cavaliere servente sino a casa?». (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Lelio. — Signore, io son uomo che in tutte le cose mie vado alle corte. (C. Goldoni, «Il bugiardo»)

Alle corte. L'uomo è finalmente agganciato, con autentici o probabili nomi e date. (G. Marotta, «Mal di Galleria»)

A farla corta, Giulio Galardi s'innamorò senza volere (e fu veramente il suo primo amore) della signora Giovanna Varchi. (A. Albertazzi, «Novelle umoristiche»)

— Basta, a farvela corta, caro Serafino mio, io prendo la cambiale. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Costui mi ha informato di tutto. Per farla corta, i disordini sono finiti. (E. Calandra, «La bufera»)

Di quei tre buoni fratelli uno impazzi, l'altro morì di crepacuore, il terzo andò per la carità e viveva ancora quando Serafino era giovincello. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Perpetua disse d'aver con sé qualcosa da rompere il digiuno. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

E quando la mattina, per rompere il digiuno andava in un caffeuccio... gli venivano in mente le grosse fette di quello suo pane di casa.... (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

— Dio non paga il sabato... ed a cui Dio vuol male gli toglie il senno. (P. Fanfani, «Cecco d'Ascoli»)

«Dio non paga al sabato!» E così dicendo il prete alzava il dito e la voce, che i faggiolani quasi tutti sentivano. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Voi dovete capacitarvi, Serafino, della mia posizione quanto era delicata, come un filo di seta. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Quell'intelligente bestiola... si voltava dalla parte della coda... ogni qual volta vedeva una persona che non gli andava a fagiolo. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

«Non so: avete un non so che, che non vi riconosco più. Avete cambiato la pelle come i vermicelli da seta, dopo che han dormito della grossa». (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Suonava la messa dell'alba a San Giovanni, ma il paesetto dormiva ancora della grossa.... (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

In quattro salti il Re fu nel letto fingendo di dormire la grossa.... (C. Nerucci, «Sessanta novelle popolari montalesi»)

Il piccolo dormiva ancora della grossa; s'alzò tardi.. (I. Calvino, «Fiabe italiane»)

Serafino stava in pensiero che Ciaracià commettesse qualche sua gaffe spaventosa. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Leopoldo. —...ho commesso gaffe, una gaffe.... (V. Brancati, «La governante»)

— Se è per farvi piacere, vi dirò anch'io che tutto va bene...

— E... — avrei voluto chiedergli: «forse vi sposerete..?», ma non ho continuato: ho capito benissimo che la frase era fuori luogo. (T. Varni, «Memorie di Eugenio Bravetti»)

Era apparso il primo policeman... che metteva in contravvenzione quelli che facevano il loro comodo fuori del luogo a ciò deputato. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Poi, sul più bello del comizio, era stata data la molla alle povere bestie, ed esse si erano precipitate giù per la discesa. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)