fare+dei+-i

Poteva infatti capitare... che, magari, nel suo furore, andasse a fare scempio dei miei scritti, delle mie poesie!. (E. Morante, «L'isola di Arturo»)

Tuttavia tornava al paese, dove aveva una casa, una volta ogni tre o quattro anni, e si compiaceva di fare sfoggio dei suoi dollari, del suo barbaro inglese e del suo più barbaro italiano. (C. Levi, «Cristo si è fermato a Eboli»)

...Io ci sarò prima di te e gliene avrò parlato, e di tutto quello che gli dirò farà sfoggio con te. (P. Monelli, «Morte del diplomatico»)

La assicuro che. di arte ce ne intendiamo di più io e lei; eppure quegli è colui che fa il buono e il cattivo tempo, lancia le celebrità nel pubblico, innalza ed abbatte secondo che gli talenta. (A. Panzini, «Il libro dei morti»)

Si sa che chi ha in mano il greggio, è in grado di fare il bello e il cattivo tempo in fatto di prezzi («Giorni», 9 gennaio 1974).

Il torto era stato suo a scaldarsi e a eccitarsi: è codesto il momento in cui chi è interessato s'approfitta per far il tiro. (B. Cicognani, «La Velia»)

L'abitudine in lei di mentire, l'orgoglio di passare da ragazza per bene, le avevano giocato un brutto tiro. (E. Pea, «Il forestiero»)

— Roberto non mi avrebbe fatto un tiro di quella fatta! — seguitò don Liborio. (G. Verga, «Il marito di Elena»)

Carlone era sempre capace... di combinare un tiro a spese dei notabili. (L. Bigiaretti, «Carlone. Vita di un italiano»)

Il Soldani-Bò con tutta la dovizia delle avventure corse nella disordinata sua vita non era riuscito a salvarsi dal tiro che la natura gioca all'uomo di cinquant'anni. (B. Cicognani, «La Velia»)

— All'armi!.. — gridarono i due marinai, accortisi, ma troppo tardi, del tiro birbone giuocato dai filibustieri. (E. Salgari, «Il corsaro nero»)

Valeria (spazientita per l'incomprensione della donna). — Sentite, qua pare che stiamo facendo il conto dei quattro sordi. (E. De Filippo, «Bene mio e core mio»)

Eugenio. — Ho qualche altra premura; se posso vendere due pezzi di panno, fo tutti i fatti miei. (C. Goldoni, «La bottega del caffè»)

Gli agenti in tela kaki e casco coloniale avevan fatto i fatti loro con prestezza. (R. Bacchelli, «La città degli amanti»)

Elena. — E poi quei Veneziani che fanno tutti i fatti loro in strada. Vi dormono persino!. (I. Svevo, «Una commedia inedita»)

Si direbbe che non guarda e non vede: come uomo che sta ai fatti suoi, e di quelli altri non s'impiccia. (C. Malaparte, «Maledetti toscani»)

E neppur col badare a' fatti suoi, con lo stare a sé, uno non poteva rimanere indipendente da lui. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Egli non voleva impicciarsi di politica, né d'amministrazione comunale, né del papa, né dei conventi! «Bado ai fatti miei, signor canonico!». (L. Capuana, «Il marchese di Roccaverdina»)

Anche a quei due Salvatore aveva fatto l'occhio, come a uno dei tanti elementi delle notti di quell'estate: il volo dei pipistrelli; qualche pianto di bambino indisposto; l'eco soffocata di qualche discussione.... (P. A. Buttitta, «Il volantino»)

«...ci hanno sputato sopro». «...e gettato sassi» fece un altro.

Che diceva? Nulla, faceva la civetta e quello che diceva aveva il valore dei miagolii delle gatte quando sono in amore. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Ma non far la civetta in quelle condizioni non era forse difficile? E non lo era ancor più finger di niente e non approfittare?. (G. Testori, «Il Brianza e altri racconti»)

Di me gli dirai che su per giù mi posso chiamar contento, e che quando penso come andò l'inverno dell'anno passato e come ho sbarcato quello di quest'anno, che è sull'undici once d'andare nel numero dei più, mi pare d'aver fatto... diciotto con tre dadi. (G. Giusti, «Epistolario»)

Si contenta, tornato a Campidoglio di ordinare che si suoni il campanone della Torre, al quale fanno eco tutte le campane della città. (M. d'Azeglio, «I miei ricordi»)

È sempre lui a divertirsi più di tutti delle sue trovate e gli basta che gli altri facciano eco alla sua ilarità. (P. Spalletti, «Esame di riparazione»)

«Al nostro deputato, dunque!» esclamò don Bortolo. Tutti fecero eco. (A. Fogazzaro, «Daniele Cortis»)

— Io per conto mio ci starei a tornare alla macchia, — e di nuovo il silenzio dei compagni faceva eco alle parole. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

Nelle condizioni che si trovano attualmente i teatri... i poveri impresari non possono far fronte alle esigenze degli artisti e del pubblico. (G. Verdi, «Autobiografia dalle lettere»)

Nel corso della riunione alcuni partecipanti apparivano pensosi soltanto dell'impossibilità di far fronte all'urto dei tedeschi.... (E. Musco, «La verità sull' 8 settembre 1943»)

Mi disse che si stavano raccogliendo le azioni d'una vecchia impresa, che voleva rinnovarsi per far fronte agli anni cattivi. (E. De Marchi, «Redivivo»)

Inoltre c'era tutta una questione di dignità a cui la signorina Immacolata, a costo di vendere l'intero palazzo e l'oro di casa, intendeva far fronte. (G. Parise, «Il prete bello»)

Mio padre ha fatto faville, cioè fama e quattrini, con dei diti di dieci centimetri. (C. E. Gadda, «I viaggi — La morte»)

Miss Merriden dovette far subito fagotto e mia madre, profondamente scossa, dovette cercarmi una accompagnatrice. (C. de la Mora, «Una donna di Madrid»)

E di giorno in giorno facevano la dolorosa constatazione dei diminuiti incassi, ormai insufficienti per vivere: incassi da consigliare i comici a far fagotto e andar via. (E. Pea, «Il forestiero»)

Io pure non istò bene e l'appetito comincia a far fagotto. (G. Verdi, «Autobiografia dalle lettere»)

Ormai mi ero detto: «Povero Francesco Balduino, sei bell'e spacciato. Preparati a far fagotto e raccomandati alla Divina Misericordia!». (A. Beltramelli, «Opere»)

Le bande di matti e le caterve dei birbanti... erano in Milano a far d'ogni lana un peso. (G. Bandi, «I Mille da Genova a Capua»)