пиноккио

Il burattino, sentendosi dare questa sentenza fra capo e collo, rimase di princisbecco.... (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Erano giunti più che a mezza strada, quando la Volpe, fermandosi di punto in bianco, disse al burattino.... (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

...non è la grammatica a fare la lingua, ma la lingua a farsi, da sé, via via, la grammatica... La lingua è sì, sua suddita, ma non sua schiava... libera, quando lo crede, di trasformare in regola ciò che ieri era errore, e viceversa: ben s'intende se la trasformazione è maturata, e non sbocciata di punto in bianco dal capriccio di chi ha il capo tra le nuvole.... (F. Fochi, «L'italiano facile»)

— Ah! furfante! Dunque i denari te li sei nascosti sotto la lingua? Sputali subito! E Pinocchio, duro!

«Signora Tuccillo! Ma siete voi che mi chiamate?» «Precisamente: e perché facevi la sorda?». (M. Prisco, «La dama di piazza»)

Dopo mezzo minuto la finestra si riaprì e la voce del solito vecchio gridò a Pinocchio:

— Ho un durone al piede che mi fa veder le stelle. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Appena giunto sotto la vite, crac... sentì stringersi le gambe da due ferri taglienti, che gli fecero vedere quante stelle c'erano in cielo. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Poi, quando fu in mezzo alla corrente, nel punto in cui le eliche lavoravano di più per lo sforzo di risalire verso New Orleans che brillava lontana, le si rovesciò lo stomaco, ebbe un capogiro.... (G. Soavi, «Fantabulous»)

Maria. — E poi, dovete vedere come faceva la parte naturale.., (imitando il tono lamentoso e falso di Chiarina con cui denunciava i suoi malesseri all'inizio di gravidanza) «Non mi sto bene, Mari', mi volta lo stomaco». (E. De Filippo, «Bene mio e core mio»)

E intanto la fame cresceva, e cresceva sempre: e il povero Pinocchio non aveva altro sollievo che quello di sbadigliare... E dopo avere sbadigliato, sputava: e sentiva che lo stomaco gli andava via. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Smesso che fu di nevicare, Pinocchio, col suo bravo Abbecedario nuovo sotto il braccio, prese la strada che menava alla scuola. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Il burattino... non aveva mai potuto patire le vecce... ma quella sera ne mangiò a strippapelle.... (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Di me gli dirai che su per giù mi posso chiamar contento... quando penso come andò l'inverno dell'anno passato. (G. Giusti, «Epistolario»)

Bisognerebbe su per giù due settimane per menare a capo questa faccenda. (G. Carducci, «Opere»)

— E il Campo dei miracoli dov'è? — domandò Pinocchio.

— Sì, parlo di te, povero Pinocchio, di te che sei così dolce di sale, da credere che i denari si possono seminare... nei campi. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

— Che brave persone! — pensò dentro di sé Pinocchio e dimenticandosi lì sul tamburo, del suo babbo, della casacca nuova... disse alla Volpe e al Gatto:

A titolo di correzione gli affibbiò una frustata nelle gambe. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

— Hai torto, Pinocchio! Credilo a me che, se non vieni, te ne pentirai. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

—...La giustizia, dunque, è una bottega, e quando c'è la bottega per lo mezzo, cari amici miei, i poveri hanno sempre torto. (F. Perri, «Emigranti»)

Oltre alla strada infelice, la bottega aveva il torto di essere proprio una miseria. (A. Moravia, «Racconti romani»)

Uscito poi, e camminando di mala voglia, per la prima volta, verso la casa della sua promessa... tornava con la mente su quel colloquio. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Pinocchio prese di mala voglia il bicchiere in mano e vi ficcò la punta del naso. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

E Pinocchio non se lo fece dire due volte; prese subito il sacchetto, e... se lo infilò a uso camicia. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)