un+certo+tempo

«Certo colui ha tutt'altro che l'aria di voler cambiare casacca; ma si può dire dove cominciano e dove finiscono la bontà e la misericordia di Dio?. (M. Puccini, «Scoperta del tempo»)

In questa guisa il furbo Merizzi metteva una pulce nell'orecchio a Leonforte che seguiva con un'attenzione inquieta il rapido cammino del suo antico commesso, e lo sapava non imbarazzato da scrupoli, capacissimo di voltar casacca e di minargli il terreno sotto i piedi. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

...come hanno tradito il primo signore, posson tradire il secondo; e come hanno voltato la casacca per un verso, possono voltarla da capo per l'altro. (P. Fanfani, «Cecco d'Ascoli»)

Io me l'ero cavata, nessuno era venuto a cercarmi. (G. Parise, «Il prete bello»)

Sono diventata molto più pratica del lavoro di casa e me la cavo con molto minor fatica e minor tempo. (M. Sereni, «I giorni della nostra vita»)

Alfonso, per cavarsela, con tutta sincerità gli spiegò le sue condizioni finanziarie. (I. Svevo, «Una vita»)

Anche nelle lingue moderne me la cavavo, come si suol dire, abbastanza. (E. Vittorini, «Il garofano rosso»)

La ferita di Antonelli era leggera; la guardia urbana, aveva detto il flebotomo, se la sarebbe cavata in pochi giorni. (F. Jovine, «Signora Ava»)

Ma ora che si era messo a corteggiargli la figlia, ehm!.. Certo liscia non se la sarebbe potuta cavare. (S. Strati, «Peppantoni»)

...mi pareva d'aver già dato fondo a tutti gli argomenti possibili.... (N. Ginzburg, «Le piccole virtù»)

Il custode se lo trovò... a tavola e lo servi... dando fondo alle scorte di una settimana. (P. Chiara, «Il Balordo»)

«Credo che abbiamo dato fondo a tutti gli argomenti, pro e contro. (M. Soldati, «Il vero Silvestri»)

«Voglio che casa Roccaverdina rifiorisca. Tuo zio è uno scioperato. Ha già dato fondo a tutto il suo patrimonio; e suo figlio è più matto di lui. (L. Capuana, «Il marchese di Roccaverdina»)

Ma io stessa, non provavo l'oscuro, l'inesplicabile impulso di giustificarmi? Giustificarmi: non futilmente per un mio violato ritegno; al contrario, far certo mio fratello che avevo dato fondo, e senza frutto, alla mia libertà o licenza.... (T. Landolfi, «Un amore del nostro tempo»)

...il carro carico di pietre si era interrato al passo del cancello e il cavallo non ce la faceva più. (A. Moravia, «Racconti romani»)

— Ho un appuntamento, — cercò di difendersi Livio. — Non ho tempo.

Fu preso da un'ira irrefrenabile e si mise a dar pugni nel muro. — Io non ce la faccio più, io mi ammazzo! — urlò. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

Ad ogni modo a ottobre avrei senz'altro potuto farcela: sono, secondo lei, un ragazzo svogliato ma intelligente. (P. Spalletti, «Esame di riparazione»)

Ancora un paio d'estati, e voglio vedere chi ce la fa contro di me: si presentasse pure un campione internazionale!. (E. Morante, «L'isola di Arturo»)

I loro volti apparivano contratti nella tenue luce di ottobre.

Certo io soffrivo a sentirla dire in tutte lettere come si era lasciata avvicinare da un uomo che le piaceva, come si era lasciata baciare.... (A. Moravia, «L'amore coniugale»)

E giacché me lo vuoi strappare di bocca, lascia che te lo dica in tutte lettere, Paolino: le corna, una volta che ce le abbiamo, non ce le leva più nessuno. (M. Puccini, «Scoperta del tempo»)

...le dispiace che me ne vada, anche se non me l'ha mai detto a tutte lettere. (U. Simonetta, «Tirar mattina»)

Immaginiamo che, fra dieci o fra centi anni... io e Zoe ci si ritrovi faccia a faccia, ed allora tutti i nodi verranno al pettine. (G. Marotta, «Mal di Galleria»)

Vengono al pettine i vecchi nodi: il 22 luglio si rappresentano a Londra «I Masnadieri», mentre il Lucca tempesta per avere in tempo la sua opera e Napoli gli ricorda certo suo impegno per il' 47. (A. Oberdorfer, «Appunti per la biografia di Giuseppe Verdi»)

«Sono io la stupida, la cretina, io che non so vivere... Tu però... lascia fare a me... tutti i nodi vengono al pettine... domani vedrai». (A. Moravia, «Gli indifferenti»)

Anche i nodi del clamoroso traffico di «americane», stanno finalmente venendo al pettine («L'Unità», 16 ottobre, 1965).

— E così, — disse Broggini. — A Milano, basta che tu abbia un po' di sale in zucca, ti arrangi sempre. E se hai un pizzico di fortuna, diventi milionario. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

Dice sempre che noi non la capiamo. Che abbiamo sale in zucca quanto il suo ragazzo. (V. Pratolini, «Un eroe del nostro tempo»)

Certo è che un uomo che avesse del sale in zucca non sposerebbe Annetta. (I. Svevo, «Una vita»)

Mi dimostri di avere un po' di sale in zucca, e lo tratterò diversamente. (A. Bonsanti, «La buca di San Colombano»)

— Se vi pare poiché la madre certo siete voi, maritiamola pur fuori; ma vi converrà condurre la ragazza alla fiera, e il tempo e le spese? Così invece è come vendere la vitella nella stalla. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

«Eccomi qua, signorino. Sono il sor Accio, peggiorativo di professione, vecchio come il primo topo; ma sempre sano e pien di vita come un ragazzo». (E. De Amicis, «L'idioma gentile»)

Dopo settimane d'inutile ricerca, un tale lo indirizzò a un vecchio... — È un vecchio vecchio vecchio quanto il mondo... Se non sa lui dove si trova questa città, non lo sa nessuno. (I. Calvino, «Fiabe italiane»)

Ma il capostazione non è più quello di un tempo, vecchio come una favola. (M. Puccini, «La verità»)

Attorno alle fiamme battevano i piedi due barboni vecchi come Noè e una battona in declino. (S. Signoroni, «Testimonianza d'accusa»)

Allora non aveva avuto la minima idea che cosa potesse minacciarla in questa casa, comunque non certo quel trucco sfruttatissimo vecchio come Matusalemme, che nessuna persona seria avrebbe osato utilizzare, talmente faceva romanzo da due soldi. (N. Lazzari, «Tutto andò benissimo»)