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Ma vi ha dato di balta il cervello a tutti e due?. (V. Pratolini, «Lo scialo»)

Non solo Claudia, ma nessun altro ci avrebbe capito nulla; o avrebbe capito che il cervello a quell'infelice aveva dato la volta. (A. Albertazzi, «Novelle umoristiche»)

— Ma vi ha proprio data la balta il cervello?. (V. Pratolini, «Metello»)

Beatrice. — Ma insomma perché? Debbo partire? Dove debbo andare? Vi ha dato di volta il cervello?. (L. Pirandello, «Il berretto a sonagli»)

Per lasciare così d'un tratto, gli agi e gli onori... e prender la fuga con uno, al quale prima aveva ricusato d'unirsi in matrimonio, via, certo il cervello doveva averle dato di volta. (L. Pirandello, «I vecchi e i giovani»)

Aveva rovinate le terre, tagliato gli alberi, venduto il bestiame, così, alla cieca, alla prima occasione, al primo offerente. (G. D'Annunzio, «Trionfo della morte»)

Aveva gran voglia di condurli a parlare del testamento, ma non sapeva in qual modo, e vi girava intorno alla cieca. (G. da Verona, «La vita comincia domani»)

Luca. — Sicché in tutto quel che facciamo sarebbe sempre un po' andare alla cieca, con qualcuno accanto che s'incarica, sempre di cambiarci le carte in tavola. (D. Fabbri, «La libreria del sole»)

...ell'era per il matrimonio d'amore: anche lei s'era sposata per amore e il marito glien'aveva fatte di cotte e di crude, le aveva fatto soffrir pene d'inferno. (B. Cicognani, «Villa Beatrice»)

Remo che ne faceva di cotte e di crude, arrivano sempre a comprenderlo. (A. Palazzeschi, «Sorelle Materassi»)

Ma quella follia aveva preso Maria tutto ad un tratto? Quale frenesia le aveva impedito di continuare a tacere, di continuare a «portare la sua croce» come si dice in paese?... (A. De Jaco, «Una storia di emigranti»)

La Talpa, il giorno prima, aveva fatto una capatina alla grotta nella quale si erano rifugiati i prigionieri e vi aveva trovato un biglietto. (G. Rodari, «Le avventure di Cipollino»)

Ieri... ho poi parlato della cosa al mio collega, pregandolo di voler fare una capatina in casa mia. (T. Varni, «Memorie di Eugenio Bravetti»)

—...Un giorno tutti saremo amici. Gli uomini e gli orsi saranno gentili gli uni con gli altri, e quando si incontreranno si caveranno il cappello. (G. Rodari, «Le avventure di Cipollino»)

L'audacia l'aveva sfidato la malignità e, se non vinta del tutto, l'aveva costretta a tacere e a far di cappello in pubblico, a spettegolare solo in privato, e anche con certa filosofia indulgente. (L. Pirandello, «I vecchi e i giovani»)

Io non mi cavo il cappello né a conti né a marchesi, a nessuno. (G. Verdi, «Autobiografia dalle lettere»)

...poveri sì, ma i Trao non s'erano mai cavato il cappello a nessuno. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

— Ma certo i medici non hanno saputo curarlo...

Confidenti. — Io nego che sia una «bruttura»! Anzi, trovo che ci sia perfino qualcosa... di...

Aveva bisogno di lui, come freno, don Ravanà, aveva bisogno del rimorso che gli cagionava il vederlo soffrire lì, sotto i suoi occhi, ingiustamente, per trionfare in seguito della sua carne vile. (L. Pirandello, «Novelle per un anno»)

Da un anno, ormai, lei era la direttrice artistica della Casa O'Brian, di cui aveva fatto la fama, e non mai aveva assistito alla presentazione delle nuove collezioni, carne della sua carne, sangue del suo sangue. (A. de Angelis, «Il mistero delle tre orchidee»)

Ma qui c'entra il diavolo: tutti quei lavori, Natale li aveva perduti perché, a quanto pareva, ad un certo punto ne aveva fatta qualcuna grossa assai, come dire sgraffignare, imbrogliare, rubare. (A. Moravia, «Racconti romani»)

E poi chi ti aveva detto di tornare da me stamane? Chi te lo aveva detto, domando e dico. (A. Moravia, «La noia»)

Per la prima volta mi sono accorto di giudicare Iris con malanimo, mentre prima mi pareva una simpatica compagna, tutt'altro che una donna di cattivi costumi. (G. Arpino, «La suora giovane»)

...non si era sposato, non aveva figli, non aveva neppure amici, né donne, se non generiche, come Giuditta. (G. Scerbanenco, «Redimere un tigre»)

I pezzi forti erano le prepotenze del protettore sulle donne di vita. (R. Grandi, «Motti e detti romaneschi»)

Lisaura. — Parlo di quella pellegrina, la quale è donna di mal affare. (C. Goldoni, «La bottega del caffè»)

Soprattutto gli rimproverava l'infedeltà alla famiglia, questa frivola ricerca di donne, mercenarie o non, ma leggere, ma donne di un'ora. (M. Puccini, «Ebrei»)

Aveva avuto una bella fortuna nella vita. Fin dalla nascita con quel naso mostruoso che era sempre stato la sua croce; orfano che non aveva ancora dieci anni; povero; incarcerato; picchiato e pestato senza pietà. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

Preferivo lasciar credere agli amici ch'avevo fortuna, e passare certe notti — specialmente nella bella stagione — a finestra spalancata nella speranza che si decidesse lei a entrarmi in camera e gettarmi le braccia al collo. (C. Pavese, «Racconti»)

— C'era da aspettarselo: è un caro ragazzo..; ma è «scriteriato» dalla nascita; e le buone fortune lo hanno guastato. (V. Brocchi, «I tempi del grande amore»)

«Dicono» continuò il gerarca, «che hai una grande fortuna con le donne». (V. Brancati, «Il bell'Antonio»)

Questo fatto però lasciava il capo freddo come una banchisa. (N. Lazzari, «Tutto andò benissimo»)

De Luca aveva la faccia dura mentre parlava alla sua gente. L'affabile signore... aveva lasciato il posto ad un tecnico freddo come il serpente.... (S. Signoroni, «Testimonianza d'accusa»)

Ciò che aveva veduta fin dalle fasce, le aveva impresso nella mente un concetto magnifico e terribile del potere de' suoi padroni.... (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Adesso, ripensandoci, mi pareva di ricordarmi che quel «tutta la vita» non l'aveva rallegrata, al contrario: aveva fatto la faccia lunga e si era azzittita. (A. Moravia, «Racconti romani»)

...non ci aveva messo molto ad accorgersi che lo avevano preso per i fondelli, perché questo suolo aveva risorse, praticamente inesauribili in quanto a donnine.... (N. Lazzari, «Tutto andò benissimo»)

Le altre volte la zia gli aveva parlato su le generali. Ora aveva precisato, pur nominando colei che era stata la segreta aspirazione dei suoi sedici anni.... (L. Capuana, «Il marchese di Roccaverdina»)

...aveva preso in braccio il Ninetto, gli aveva messo addosso paletò, sciarpa, guanti e via, spiegando che doveva far la spesa, perché «ad arrivar tardi non si trova più niente»; sarebbe rientrata nel giro di mezz'ora. (G. Testori, «Il Brianza e altri racconti»)

Cosa vuoi? Sto nella politica fino a gola e mi ci guasto i modi e lo stile. (A. Fogazzaro, «Daniele Cortis»)

— Come diceva bene l'avvocato, ella è novizio agli affari, io ci son dentro fino alla gola.... (B. Cicognani, «La Velia»)

Vuole andare in un quartiere di Napoli che anche alla lontana abbia qualcosa di una città del nord, un quartiere nuovo... non vuol più vedere Foria, sempre Foria, quella strada larga, quella folla, quei giardinetti, l'Orto Botanico, no, ne è stufo fino alla gola. (L. Incoronato, «Inchiesta su Brandi e Andreini»)

A cena, si scusò con don Cosmo della sfuriata della mattina, disse che n'aveva fino alla gola, delle innumerevoli seccature che gli erano diluviate da quelle zolfare d'Aragona e che aveva deciso di chiudere. (L. Pirandello, «I vecchi e i giovani»)

...Don Girolamo... che aveva scontati 16 anni di galera.... era ritornato in paese con una edizione illustrata della Battaglia di Benevento; cosa che gli aveva acquistata fama di uomo di lettere.... (F. Perri, «Emigranti»)