тотчас

Lei rispose subito, con calma: «Se non ci credi, lasciamoci subito e non vediamoci più». Protestai, costernato: «Eh, come la prendi dall'alto». (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Rimasi sulla piazza perché cominciava ad arrivare gente e volevo che qualcuno mi attaccasse il bottone dell'America. La maledicevo adesso, in cuor mio, l'America. (M. Cartasegna, «Un fiume per confine»)

Se incontrava qualche cameriera intenta ad accompagnare a spasso i bambini subito attaccava bottone con garbo. (G. Parise, «Il prete bello»)

Per carità! per carità che non attacchi bottoni di politica, che non faccia discussioni in treno. (G. Parise, «Il prete bello»)

Ma mi toccava invece ingozzare bocconi amari. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

...Qui gli corse quasi involontariamente la mano sull'elsa, ma tosto la ritrasse, e seguitò a parlare con quel volto contratto che fa chi è costretto ad inghiottire un boccone amaro. (M. d'Azeglio, «Ettore Fieramosca»)

Il suo sguardo era esplicitamente ostile. Io rivoltai subito le carte. (V. Pratolini, «Diario sentimentale»)

E si badi bene che anche il vantaggio del tradurre in italiano è relativo e parziale: per esempio, più si va nel parlato, nel popolare, specie per le lingue che hanno una dimensione gergale, più l'italiano fa cilecca («La nuova questione della lingua»).

Il pubblico taceva allarmato dai primi goccioloni e quasi subito i lumi della ribalta cominciarono a far cilecca. (E. Montale, «La farfalla di Dinard»)

— «Che bella coltre mi sono tirato addosso!» sbuffò subito Ermenegildo. «Non mi bastano i miei guai?». (V. Brancati, «Il bell'Antonio»)

Appena scavalcato andai a far riverenza a monsignor Capece, che molto m'accarezzò, e volle in tutti i conti levarmi d'in sull'osteria. (M. d'Azeglio, «Ettore Fieramosca»)

Le altre nazioni l'hanno già conosciuto o lo conosceranno di corto. (G. Leopardi, «Lettere»)

Li ricevè cordiale, al solito, afflitta d'un suo bambino perduto di corto. (N. Tommaseo, «Colloqui con Manzoni»)

— Va bene, — tagliò corto Dario, — per il lavoro abbiamo deciso. E per il dormire?. (G. Rodari, «W la Saponia!»)

...ma Alfonso, quando s'accorgeva d'essere distante di troppo dalla sua parte d'indifferente, tagliava corto alla discussione. (I. Svevo, «Una vita»)

Finalmente la musica cessò... ma subito dopo le campane della chiesa incominciarono a suonare a distesa. (G. Germanetto, «Le memorie di un barbiere»)

Afferrò il campanello, e lo scosse con violenza. Comparve subito il Griso, il quale stava all'erta. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Quando c'era il signor Sanneo vi si stava sempre all'erta perché capitava inatteso come una bomba. (I. Svevo, «Una vita»)

I bambini stanno più all'erta di quanto i grandi immaginino: il sospetto acuisce in loro una melanconica astuzia (O. Vergani «Udienza a porte chiuse»).

Quella stranezza di Barbara non piacque in casa Pugliesi, e mandò addirittura in bestia il notaio che stava sempre all'erta contro le stranezze. (V. Brancati, «Il bell'Antonio»)

Figuratevi l'allegrezza di Pinocchio quando si sentì libero. Senza stare a dire che è e che non è, uscì subito fuori della città. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

...all'improvviso, che è che non è, Arlecchino smette di recitare, e... comincia a urlare. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Che è, che non è, ad un tratto il feroce Cavaliere si sentì un tremendo pizzicore agli occhi.... (G. Rodari, «Le avventure di Cipollino»)

Ci vollero due ore di chiacchiere, nel contratto, fra il padrone della mucca che avrebbe voluto vendere, però soltanto a caro prezzo, e l'Allori che di fatto non avrebbe voluto comprare.... (B. Tecchi, «La terra abbandonata»)

Non poteva che rallegrarsene e, di fatto, se ne rallegrò. (C. Cassola, «Fausto e Anna»)

Il giorno che la Rapisarda dovè tornare definitivamente in città... su un treno che batteva la fiacca... si mise subito al letto, benché fosse arrivata che era ancora la mattina verso le dieci. (B. Tecchi, «La terra abbandonala»)

...quando suo figlio compì i quattordici anni, pensò di metterlo a scuola, perché imparasse il miglior sistema per battere la fiacca. (I. Calvino, «Fiabe italiane»)

Ci furono subito i risultati, perché la ragazza nei lavori batteva la fiacca, sudava, e sua madre capì che era incinta. (A. Cervi, «I miei sette figli»)

«Subito, guarda, come fosse un lampo», fece la zia, «ho pensata a te...». (G. Testori, «Il Brianza e altri racconti»)

Fabrizio. — Ora pare che la mi voglia, ora che la non mi voglia. Dice che non è una frasca, ma vuol far a suo modo. (C. Goldoni, «La locandiera»)

Ed ecco che una volta entrati, benché puntigliosamente attenti a comportarsi secondo le regole della buona educazione, tutti facevano a modo loro. (G. Arpino, «Altre storie»)