pinòcchio

— Pensaci bene, Pinocchio, perché tu dai calcio alla fortuna.

«Che modo di parlare è questo? Diventare marchesa, ricca, entrare in una famiglia aristocratica, ora non sarà più nulla? Ma questo si chiama prendere a calci la fortuna. (A. Moravia, «Le ambizioni sbagliare»)

— Non avendo noi da dargli nemmeno una lisca di pesce, che cosa ha fatto l'amico mio, che ha davvero un cuore di Cesare?.. Si è staccato coi denti uno zampetto delle sue gambe davanti e l'ha gettato a quella povera bestia, perché potesse sdigiunarsi. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Tutti dicono che Voi siete la più buona pasta d'uomo di questo mondo. Un povero cuor di Cesare. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

...ma la gente... vedendo questo burattino di legno, che correva come un barbero, si fermava a guardarlo.... (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

...correva a salti come un can levriero. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Pinocchio partì: e appena entrato nel bosco, cominciò a correre come un capriolo. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Geppetto che, sebbene facesse il viso di tiranno, aveva gli occhi pieni di pianto e il cuore grosso dalla passione di vedere il suo povero Pinocchio in quello stato compassionevole. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

...invece avevo il cuore gonfio e gli avrei gettato volentieri le braccia al collo. (T. Varni, «Memorie di Eugenio Bravetti»)

Stette per tornare sui propri passi, poi fece cuore e dopo esser passato per lo stanzone entrò nella cappella. (F. Martini, «La marchesa»)

— Figliuola mia, fatti cuore, il Signore ti perdonerà. (P. Fanfani, «Cecco d'Ascoli»)

Pinocchio... si fece cuore e bussò una seconda volta, e bussò più forte. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

La Volpe... dovè contentarsi di una semplice lepre... con un leggerissimo contorno... di galletti di primo canto. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

E la Fata, vedendolo correre e ruzzare per la camera, vispo e allegro come un gallettino di primo canto, gli disse:

E lì, senza stare a dir altro, Pinocchio saltò sulla groppa al colombo. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Il povero Pinocchio, che aveva sempre gli occhi fra il sonno, non s'era ancora avvisto dei piedi, che gli si erano tutti bruciati.., schizzò giù dallo sgabello... ma... dopo due o tre traballoni, cadde di picchio tutto lungo disteso sul pavimento. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

A quella vista il povero Pinocchio ebbe un'allegrezza così inaspettata, che ci mancò un ette non cadesse in delirio. Voleva ridere, voleva piangere, voleva dire un monte di cose.... (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

— Che nome gli metterò, — disse fra sé e sé. — Lo voglio chiamar Pinocchio. Questo nome gli porterà fortuna. Ho conosciuto una famiglia intera di Pinocchi... e tutti se la passavano bene. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Ma Desiderio, fece fiasco perché era così emozionato che non si ricordava più niente. (G. Parise, «Il prete bello»)

...Pinocchio, quando si avvide da lontano del carabiniere... s'ingegnò di passargli, per sorpresa, frammezzo alle gambe, e invece fece fiasco. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Comincia a urlare in tono drammatico: Numi del firmamento! Sogno o son desto? Eppure quello laggiù è Pinocchio. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

A un tratto sento un passino delicato... che si ferma dietro le mie spalle: scommetto, dico fra me, che è giovane, che è bella, che è bionda... Mi volto, e... stelle del firmamento!. (E. De Marchi, «Opere»)

— Ehi, Pinocchio!.. Non venir qui a fare lo smargiasso; non venir qui a far tanto il galletto!... (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Non mi fate lo gnorri, don Alfonso!. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

— E chi è questo Pinocchio? — domandò il burattino facendo lo gnorri. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Alcuni uccellacci notturni... venivano a sbattere le ali sul naso di Pinocchio il quale, facendo un salto indietro per la paura, gridava: «Chi va là?». (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

...ma Pinocchio, lesto come un lampo, gli azzannò la mano coi denti. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Il Perro si era presto accorto di questa ostilità del commissario... e decise, alla prima occasione, di dargli una lezione. (A. Moravia, «La mascherata»)

— Povero Merlo! — disse Pinocchio al Gatto — perché l'hai trattato così male?

—...Ma un bel giorno io avrei distribuito le mie terre a coloro che non hanno niente e... me ne sarei andato a mendicare, libero come una calandra. (F. Flora, «Fine di un mendicante filosofo»)

...e allora Pinocchio, trovandosi libero come un uccello nell'aria, prese a dire così.... (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

A questo punto... entrarono dentro quattro conigli neri come l'inchiostro. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Aveva una barbaccia nera come uno scarabocchio d'inchiostro. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Dietro ai cristalli della carrozza fuggiva la Riviera... come la striscia nera come l'inchiostro. (M. Serao, «Cuore infermo»)