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Marchese. — Anche voi, signora Contessa, fate capitale di me. (C. Guidoni, «La locandiera»)

Cavaliere. — Vi preme dunque quella biancheria più di me?

«Vedete dunque che sbaglia anche lui, caro avvocato». «Ma se il diavolo, creda, ci volle proprio cacciar la coda, questa volta!» riprese Capolino. (L. Pirandello, «I vecchi e i giovani»)

Il passaggio di Mario il Giovine era dunque rimasto famoso, e aveva fatto data, in paese. (R. Bacchelli, «I tre schiavi di Giulio Cesare»)

La domenica ci trovammo all'ora fissata alla stazione di San Paolo, tra una folla da non si dire. (A. Moravia, «Racconti romani»)

C'era buio completo e quasi un cattivo odore e io ci avevo adesso una paura da non si dire. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Dunque egli parlava bene, tanto bene!.. Che mi amava oltre ogni dire; che fra quante fanciulle avesse mai visto, nessuna gli era piaciuta come gli piacevo io.... (V. Bersezio, «Racconti popolari»)

Quest'estate la sposo. Per ora la lascio libera, ma appena l'avrò presentata alla famiglia, dovrà rigare diritta. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

— Dunque, siamo intesi o no? Mi pigli o non mi pigli la guerra, non vi scordate, care donne, che qui si deve rigar diritto. (M. Puccini, «Ebrei»)

Il capitano teneva le distanze con tutti, tranne con Luigino. (E. Biagi, «Disonora il padre»)

Sebbene più giovane, don Arturo era solito richiamare gli altri fratelli ad osservare le distanze. (C. Bernari, «Per cause imprecisate»)

A D'Avossa, borioso, presuntuoso, persona che teneva le distanze, avrebbe provveduto in un altro modo. Meglio dunque la lotta aperta. (G. Parise, «Il fidanzamento»)

— Or dunque, dicevo... che io e il mio secolo siamo un pochino alle rotte. Io ci vivo a dozzina, senza impacciarmi ne' fatti suoi.... (A. G. Barrili, «Come un sogno»)

Si contenta, tornato a Campidoglio di ordinare che si suoni il campanone della Torre, al quale fanno eco tutte le campane della città. (M. d'Azeglio, «I miei ricordi»)

È sempre lui a divertirsi più di tutti delle sue trovate e gli basta che gli altri facciano eco alla sua ilarità. (P. Spalletti, «Esame di riparazione»)

«Al nostro deputato, dunque!» esclamò don Bortolo. Tutti fecero eco. (A. Fogazzaro, «Daniele Cortis»)

— Io per conto mio ci starei a tornare alla macchia, — e di nuovo il silenzio dei compagni faceva eco alle parole. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

La (Perpetua) venne finalmente, con un gran cavolo sotto il braccio, e con la faccia tosta, come se nulla fosse stato. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Vittoria è esterrefatta. Ma Riccardo è così sorridente, così tranquillo in apparenza, come se nulla fosse accaduto, che lei si sente disarmata. (M. Antonioni, «L'eclisse»)

Parla con uno, con l'altro come niente fosse, non si capisce se ha capito con chi sta viaggiando. (A.Drago, «Il fidanzato»)

«Dunque — riprese la mamma — noi andremo via tra poco, come per una passeggiata, saluteremo le signore come se nulla fosse e ritorneremo forse domattina, domani sera, non so...» La bambina fece di sì col capo. (R. Viganò, «La bambola brutta»)

Mia madre riaprì l'alloggio di piazza Bodoni... e adesso ricominciava, come se niente fosse, a dirigermi, a controllarmi, a opprimermi. (M. Soldati, «La busta arancione»)

...dopo tutto da parte di lui poteva esser solo una ragazzata e non valeva dunque la pena di lasciargli capire che per lei invece la faccenda poteva mettersi sul fosco. (G. Testori, «Il Brianza e altri racconti»)

Coraggio, dunque, signor Ghislanzoni: siamo alle frutta; Ella almeno. Veda adunque se in questa accozzaglia di parole senza rima, che Le mando, può farmi dei buoni verbi com'Ella ne ha fatti tanti. (G. Verdi, «Autobiografia dalle lettere»)

Dopo due giorni di inattività, Guglielmo fu molto contento di riprendere il lavoro. All'alba era già in fazione. Si trattava di abbattere gli ultimi pini in alto. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

Presi, dunque, l'abitudine, tanto per non dare nell'occhio, di parcare la macchina lì vicino, dove era la stazione dei taxi e poi di andare a mettermi in fazione davanti a casa sua.... (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

...dunque la Bella Giuditta con una faccia finta e tutt'allegra se n'andiede in cammera della Maria. (G. Nerucci, «Sessanta novelle popolari montalesi»)

Avevano voglia di far festa, di scherzare.... (R. Brignetti, «La deriva»)

Si vedeva tra le piante il tetto rosso della villa e veniva di lassù un chiacchierio di gente che si fa festa. (C. Pavese, «Racconti»)

Entrarono dunque i tre, e fecero sapere che erano venuti da Poggio-Terme con un Fiat 1400. Dissero: — Abbiamo saputo che qui si fa festa. (R. Brignetti, «La deriva»)

Non so dire chi dei due fu più felice: s'abbracciarono, si baciarono, si fecero tante feste. (I.Calvino, «Fiabe italiane»)

L'avete visto, eh, stasera?.. che festa v'hanno fatto?... (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Si conoscevano appena, ma si fecero grandi feste. (C. Cassola, «La ragazza di Bube»)

Sul letto vennero a farmi festa anche le mie sorelle.... (D. Rea, «Ritratto di maggio»)

Dicevo dunque che l'amico ambasciatore mi fa festa, mi dice, io non sono come i miei colleghi che non apprezzano l'importanza della stampa, voglio darti un pranzo di benvenuto. (P. Monelli, «Morte del diplomatico»)

Lei si fermò e si chinò a far feste al cane e poi disse ridendo: «Allora ce lo dai il cane?». (A. Moravia, «Racconti romani»)

...tutti mangiammo razione doppia di pastasciutta, mentre alla carne si fece poca festa. (L. Bergonzini, «Un fucile per Saba»)

Poi entrò nella sua camera, ove il suo odore di cinque anni avanti parve fargli mille feste. (V. Brancati, «Il bell'Antonio»)

Consideriamo dunque che Pizzuco parla: e Mariano è sistemato per le feste. (L. Sciascia, «Il giorno della civetta»)

Con una pedata aveva spedito il coltello sotto i cilindri:

Rimasi senza fiato. Dunque Corrado era morto. Il mio amico e io lo apprendevo cosi, per caso, da un giornale. (G. Dessi, «Il giornale del lunedì»)

— Ah!.. — gridai, — ti ho colto in flagrante delitto d'ambizione: dunque, pensasti tu pure alla gloria.... (M. Savini, «Fantasmi»)

...ed io, sotto quegli sguardi, cominciavo ad aver l'aria di chi venga colto in flagrante. (U. Morucchio, «Storie di ieri, di oggi... e di domani»)

«Ma notaio, andiamo! non mi fate stare sulla graticola! Di che si tratta? Mio figlio è forse malato?». (V. Brancati, «Il bell'Antonio»)

Raffaele (a Saveria). — Zitta, scimunita!.. Dunque, Agostina, parla figlia mia! non mi tenere sulla graticola!... (V. Brancati, «Raffaele»)

— Ah! dunque è stato lei ad impregnarmi di quest'odore! — esclamò Silvana...