Alfonso

Non aveva detto altro. Dalla porta si era raccomandato di non perdere i giornali: di farli riavere prima di partire, caso mai, come pensava, Marco fosse andato a Milano. (O. Vergani, «Udienza a porte chiuse»)

Non fuma o quasi; e, caso mai, solo sigarette leggere. (T. Antongini, «Vita segreta di Gabriele D'Annunzio»)

Matilde. — Che altro gli vuoi dire?

Non certo che la sua presenza servisse a mitigare l'ira di mia madre; sarebbe stato il contrario, caso mai. (M. Soldati, «La busta arancione»)

Alfonso. — Matilde, Mati'! E io avevo voglia d'aspetta'. So' rimasto con l'ago infilato nel polsino. (E. De Filippo, «Bene mio e core mio»)

Ed ella che aveva la pretesa di non essere più una bambina, gli faceva il broncio proprio da bimba. (G. Verga, «Eros»)

...ed io prendevo un broncio da non dire. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

Se sapessi quanto mi costa questa lettera! Essa è frutto d'una lotta fra il cuore che voleva confortarti e piangere teco e lo spirito che si ribellava per tenerti il broncio. (S. Farina, «Frutti proibiti»)

Più tardi trovò un amico, Gemmati, per quale ebbe tenerezze e gelosie d'amante, sino a tenergli il broncio quando seppe che sorrideva alla figliuola del barbiere che stava di faccia. (G. Verga, «Eros»)

Gustavo, senza parlare, — teneva il broncio al padre perché questi lo teneva a lui, — consegnò ad Alfonso una lettera. (I. Svevo, «Una vita»)

Io me l'ero cavata, nessuno era venuto a cercarmi. (G. Parise, «Il prete bello»)

Sono diventata molto più pratica del lavoro di casa e me la cavo con molto minor fatica e minor tempo. (M. Sereni, «I giorni della nostra vita»)

Alfonso, per cavarsela, con tutta sincerità gli spiegò le sue condizioni finanziarie. (I. Svevo, «Una vita»)

Anche nelle lingue moderne me la cavavo, come si suol dire, abbastanza. (E. Vittorini, «Il garofano rosso»)

La ferita di Antonelli era leggera; la guardia urbana, aveva detto il flebotomo, se la sarebbe cavata in pochi giorni. (F. Jovine, «Signora Ava»)

Ma ora che si era messo a corteggiargli la figlia, ehm!.. Certo liscia non se la sarebbe potuta cavare. (S. Strati, «Peppantoni»)

Scesero dall'argine sulla strada passando accanto al casotto abitato dal cantoniere e dalla sua famiglia, la moglie e due figliuoli seminudi che guardavano con tanto d'occhi Alfonso come se fosse piovuto dal cielo. (I. Svevo, «Una vita»)

— Va bene, — tagliò corto Dario, — per il lavoro abbiamo deciso. E per il dormire?. (G. Rodari, «W la Saponia!»)

...ma Alfonso, quando s'accorgeva d'essere distante di troppo dalla sua parte d'indifferente, tagliava corto alla discussione. (I. Svevo, «Una vita»)

Così, dàgli e dàgli, alla fine mi rassegnai e dissi alla mamma che sarei partito, questa volta sul serio, la prossima domenica. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Insomma, dàgli dàgli e dàgli, tanto facemmo che la maniera di Felicetto per guadagnar quattrini venne fuori.... (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

«Domandalo a don Gastone, ostia! Dài, dài, domandalo. (G. Parise, «Il prete bello»)

Non importava; purché dàlli e dàlli, pungi di qua e pungi di là, la cosa, la faccenda, ecco... sembrasse saltar fuori.... (G. Testori, «Il Brianza e altri racconti»)

Dàlli e dàlli, una sera in cui Giulio desinava dai Varchi, riflettendo sul fritto abbruciato e l'arrosto mal cotto che dove regna la felicità coniugale è infelice sin la cucina, Alfonso s'abbandonò a un interminabile sproloquio.... (A. Albertazzi, «Novelle umoristiche»)

Regna e guerreggia, guerreggia e regna, dài e dài, pareva un po' invecchiato, dall'ultima volta che l'avevano visto quei guerrieri. (I. Calvino, «Il cavaliere inesistente»)

Aveva proprio messo il dito sulla piaga e così, imposto da altri. Alfonso non potè sorpassare senza risposta quel dilemma che giù dalla mattina gli torturava il cervello. (I. Svevo, «Una vita»)

Alfonso. — Ho inteso il tutto. Chi disse donna, volle dire danno o ruina degli uomini. (G. M. Cecchi, «La moglie»)

Alfonso. — Perché non si mette un uomo di fronte al fatto compiuto. Con un certo garbo gli si prepara lo stato d'animo. (E. De Filippo, «Bene mio e core mio»)

Non mi fate lo gnorri, don Alfonso!. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

— E chi è questo Pinocchio? — domandò il burattino facendo lo gnorri. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

La madre invece si oppose ma era a magro di argomenti non avendo il coraggio di dire delle speranze su Alfonso. (I. Svevo, «Una vita»)

— Poveri i centesimi della posta! — mormorò la signora Lanucci facendo l'occhietto ad Alfonso, col quale aveva già parlato delle speranze e delle manie del marito. (I. Svevo, «Una vita»)

«Una gran croce», sospirava don Alfonso. «Ognuno porterà la sua pietra», lo consolò con ilare piglio Russo. (G. Arpino, «Un delitto d'onore»)

Lì tutti sembravano sulle spine.... (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

«Come volete», disse quindi don Alfonso, rassegnato.

Ma anche in clinica la ragazzina aveva trovato modo di tenerlo continuamente sulle spine e di umiliarlo. (D. Buzzati, «Un amore»)

La zia Cirmena scattò su come una molla: «Io non ho paura, don Alfonso!». (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Alfonso ebbe degli assalti violenti di gelosia, tempeste in un bicchier d'acqua. (I. Svevo, «Una vita»)

Norberi. —...Fortuna che si è chiarito tutto. La classica tempesta nel bicchier d'acqua. (U. Betti, «Una bella domenica di settembre»)