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«Nossignore, tu non tenevi la tua mano, stavi in mezzo alla strada e andavi avanti a passo di lumaca». «Morto di sonno» gli gridò un camionista «ma che te l'ha messo in mano il volante?». (A. Moravia, «Racconti romani»)

...Armando Onofri sembrava volesse spingere avanti la vettura... per superare l'auto che gli andava davanti a passo di lumaca.... (M. Felisatti.-F. Pittoru, «La morte con le ali bianche»)

Quello che, per ogni verso, gli parve il meglio e il men male, fu di guadagnar tempo menando Renzo per le lunghe. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Mi pareva già di conoscerla a memoria. (E. Morante, «L'isola di Arturo»)

— Avevo calcolato su di te come socio, ma sei venuto meno. (D. Paolella, «Le notti del cinema»)

...e a mano a mano che si avvicinava la sera più soffriva per il venir meno di una speranza che non voleva confessare a se stesso. (B. Brocchi, «I tempi del grande amore»)

Il Cercueil calava sulle gambe col sassofono appeso al labbro inferiore e pareva dovesse venir meno da un momento all'altro. (P. Chiara, «Il Balordo»)

Marcello si sentì venir meno di vergogna e di rimorso. (M. Bontempelli, «L'amante fedele»)

Costanza si divertiva un mondo anche per il modo con cui Tripot raccontava. (F. Sacchi, «La primadonna»)

Spesso c'era anche un bel branchetto di preti che ascoltavano con riverenza l'ornato discorso. Don Matteo ci godeva un mondo. (F. Jovine, «Signora Ava»)

Aveva l'aria di divertirsi un mondo, insomma: tanto che di lì a poco, quando rimontammo in macchina, vidi trascorrere nei suoi occhi neri e vividi... un'ombra di schietto rimpianto. (G. Bassani, «Il giardino dei Finzi-Contini»)

Chi se l'è goduto mezzo mondo è stato invece l'autista. (P. Spalletti, «Esame di riparazione»)

Mi pareva di correre a perdifiato, inseguita, verso un luogo morale che era la mia bugia. (G. Piovene, «Lettere di una novizia»)

Cercai di farmi passare questo sgradevole sentimento di regressione, suonando a perdifiato il clacson per annunciare il mio arrivo. (A. Moravia, «La noia»)

Disponevano a piacere del tempo, sembrava anche per loro un carnevale, una vacanza, forse la guerra era già finita senza che ne fosse stato dato l'annuncio. (A. Drago, «Il fidanzato»)

Fu inteso che essi avrebbero tenuto, per coltivare l'insalata, l'uso, dell'orto, ma io vi potevo passeggiare a mio piacere. (C. Levi, «Cristo si è fermato a Eboli»)

...Il venerdì per mangiare di magro era opportuno scegliere un trabaccolo greco, uno di quei vaporacci di ferro arrugginito che par debbono colare a picco appena usciti dal porto. (M. Appelius, «Da mozzo a scrittore»)

Elena. — Anche tutta quell'acqua, mi annoia, quei ponti che possono cadere, tutta la città è pericolante e può da un momento all'altro andare a picco come un naviglio. (I. Svevo, «Una commedia inedita»)

Golzio non parlò subito. Il suo volto, invece di corrispondere in qualche modo al riso di Emilio, si era rabbuiato. E Emilio sentì colare a picco tutta la sua speranza. (M. Soldati, «Le due città»)

Colava a picco nella prescienza e previsione della sera e della notte. (B. Fenoglio, «Il partigiano Johnny»)

— Non mi chiamare maestro... Un tempo sì, volevo che tu mi chiamassi maestro e nessuno mi pareva più degno di te d'essermi discepolo. Ti portavo in palma di mano e gridavo a tutti: — Farà meravìglie quel ragazzo! Vedrete!. (E. Corradini, «La guerra lontana»)

«Siamo qua, tutti, per portarvi in palma di mano. Il paese ha bisogno di uomini energici e onesti». (L. Capuana, «Il marchese di Roccaverdina»)

Chellini non l'aveva più incontrato... e tutti quei muratori lo conoscevano e lo portavano in palma di mano. (V. Pratolini, «Metello»)

Ognuno mi fece mille carezze, io ero portato in palmo di mano. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

Sentivo di perdere piede. Era adesso la vita prima del matrimonio che mi pareva la salvezza. (G. Piovene, «Le furie»)

Si sa come vanno queste faccende: si comincia col perdere piede; dopo la prima sciocchezza se ne fa un'altra e poi un'altra ancora. (A. Moravia, «Racconti romani»)

Carmela. — A questa ora ti presenti? Ma dove sei stato?

Il salottino era pieno come un uovo e gli ospiti davano l'impressione che fossero ammucchiati uno sull'altro. (E. Patti, «Un bellissimo novembre»)

La carrozza era piena come un uovo.... (G. Tomasi di Lampedusa, «Il Gattopardo»)

Il barone Melarancia aveva una pancia fuori del comune: cosa logica, del resto, perché non faceva altro che mangiare dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina, frenando le mascelle solo qualche oretta per fare un pisolino. (G. Rodari, «Le avventure di Cipollino»)

La strada era disseminata di grossi automezzi che facevano il pisolino. (G. Scerbanenco, «L'uomo che non voleva morire»)

Neanche una mezza presa in giro, il Pinun la stimavano tutti e le volevano bene in ogni ambiente. (U. Simonetta, «Tirar mattina»)

Tutto il potere era dunque nelle mani del ladri di bestiame.., ancora più del solito ogni ordine e legge appariva ora un imbroglio, una presa in giro, un delitto. (A. De Jaco, «Le quattro giornate di Napoli»)

Mi trovavo, come si dice, a Roma, e non potevo vedere il papa. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

Pietro si fece da parte e la donna, chinata servilmente fa fronte, entrò nell'anticamera. (A. Moravia, «Le ambizioni sbagliate»)

A un dato momento sembrava aver rinunciato a rendere verosimile il racconto delle sue avventure, si faceva da parte, si liberava dalle insistenze ottuse del giornalista napoletano. (A. Drago, «Il fidanzato»)

Ma Gino pareva ansioso, dopo quei primi baci, di mettersi, come diceva, in regola; e insisteva ogni giorno affinché lo presentassi alla mamma. (A. Moravia, «La romana»)

Gli pareva addirittura impossibile di aver desiderato sul serio di diventare uno scrittore: uno di quegli uomini che vivono alla ribalta, che pensano ad alta voce, che piangono e ridono in pubblico. (U. Morucchìo, «Vita, morte e miracoli di Cosimo Cosi»)

— Se noi siamo degli imboscati, tu le tue buone ragioni devi guadagnarti il diritto di dirle, e non te lo guadagni stando qui fra noi imboscati a far dello spirito di cattiva lega sui morti dei reticolati. (R. Bacchelli, «La città degli amanti»)

Mi era parso che il mio collega... fosse un giovane... taciturno, invece... talora fa anche dello spirito che mette il buon umore. Ieri a tavola ha fatto ridere mia moglie. (T. Varni, «Memorie di Eugenio Bravetti»)

Era il corso delle azioni della Società dei petroli... che salivano alle stelle. (P. Monelli, «Morte del diplomatico»)

Poi, quando fu aperto il primo cilindro di ferro e vennero fuori «Sten» e «Bren» e «Breda», vestiario, tritolo... munizioni... allora l'entusiasmo salì alle stelle e i commissari delle compagnie ebbero il loro da fare a mettere ordine nei lavori. (L. Bergonzini, «Un fucile per Saba»)

...con l'ingresso degli alleati, sembrava che tutti fossero stati travolti da una pazzia collettiva, i prezzi erano saliti alle stelle, le strade erano piene di donnacce.... (B. Fonzi, «I pianti della Liberazione»)

Intanto che quell'uomo, quello straccetto d'uomo, parlava, aveva pensato quasi a uno scherzo. (G. Scerbanenco, «Grazie, professore»)