(e)+parlava+(e)+parlava

Tancredo sobbalzò come se l'avesser colto in fallo e, cosa che non era solita in lui, divenne leggermente rosso. (G. da Verona, «La vita comincia domani»)

«No, no, Norma» ribattè smarrito il dottore, e arrossendone come preso in fallo. (M. Prisco, «Gli eredi del vento»)

Mangialesca si era immaginato di pigliarmi in fallo, e forse perciò aveva avuto l'aria di giudice. (S. Farina, «Vivere per amare»)

Il solo sapiente ch'io mai non abbia trovato in fallo, né allora né dopo né mai, fu quel mio vecchio, vecchissimo olmo, che parlava al mio spirito con una voce così persuasiva, e che fu il più delizioso fra i miei maestri: — quegli che m'apprese a sognare. (G. da Verona, «La mia vita in un raggio di sole»)

Questo fatto però lasciava il capo freddo come una banchisa. (N. Lazzari, «Tutto andò benissimo»)

De Luca aveva la faccia dura mentre parlava alla sua gente. L'affabile signore... aveva lasciato il posto ad un tecnico freddo come il serpente.... (S. Signoroni, «Testimonianza d'accusa»)

— Parlavi di donne, Ettore?..

— Mio padre parlava sempre cosi.

La mamma parlava poco anche lei, sempre senza fiato, sempre fra letto e lettuccio. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Il maestro parlava dolcemente, ma era fuori del mondo. (D. Rea, «Ritratto di maggio»)

Quando il signor Conte parlava, tacevano anche le mosche. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

— Io rimasi perché Lord Giorgio mi disse: «Tu aspettami qui», e allorquando quell'uomo parlava avrei un po' voluto vedere chi avrebbe avuto il muso di disubbidire!. (M. Savini, «Fantasmi»)

Ma mettiamo da parte questi intrigucci, e gli scherzi, perché io avrei muso d'affrontare tutte le ire e le maledizioni, qualora avessi dalla mia un Direttore intelligente e di polso, come è certamente M. Perrin. (G. Verdi, «Autobiografia dalle lettere»)

Janu. — E perché sei ancora qui, paneperso? Ti piacciono le chiacchiere? Bada che se le pecore vengono a farmi del danno nell'aia ti rompo le ossa. (G. Verga. «La Lupa»)

Aspettai che Duilio arrivasse e quando arrivò, bagnato di sudore e di rabbia, urlando che avrebbe spaccato le ossa al primo che gli parlava di Sumatra o di Bali. (O. Fallaci, «Il sesso inutile»)

Il cavalier Bertani era un bell'uomo, di mezz'età... Quando si rivolgeva a Beatrice, diventava cerimonioso e parlava in punta di forchetta. (B. Cicognani, «Villa Beatrice»)

Parlava molto in fretta, mangiandosi le parole e ingarbugliandosi. (I. Calvino, «Il cavaliere inesistente»)

Lui non parlava mai della sua vita, ma, come ho detto, doveva averne passate assai. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Crostarosa doveva averne passate tante.... (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Ne aveva passate tante e non era più giovane, anzi quasi anziano. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Ilde... — Quelle grosse mani mi accarezzeranno, mi spoglie- ranno, mi frugheranno! Ed io non mi ribellerò, lo lascerò fare... Io lascerò fare... Tutto a ragion veduta (C.G. Viola, «Il romanzo dei giovani poveri»).

Giolitti, più a ragion veduta, parlava del «parecchio», che senza colpo ferire e senza danno, si poteva ottenere, dagli Imperi Centrali (U. Facco de Lagarda, «Cronache cattive»)

Irrompendo nella sala, mi sarei precluso definitivamente ogni possibilità sia di sapere la verità, sia di riconquistare Emilia. Dovevo invece, mi dissi, agire a ragion veduta... (A. Moravia, «Il disprezzo»).

...E la notte del 9 le divisioni corazzate delle SS, che avevano stanza al Parco Terrachini, occupano la città. (A. Cervi, «I miei sette figli»)

Davanti a noi c'era un ufficiale milanese che parlava male delle scomodità che si trovavano in Sicilia; vi era di stanza. (V. Sermonti, «La bambina Europa»)

Stava chiusa, parlava di rado anche della mamma, quasi il chiodo le fosse rimasto lì, fisso... accusando lo stomaco peloso dei Trao, che vi chiudevano il rancore e la diffidenza implacabili. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Intanto che quell'uomo, quello straccetto d'uomo, parlava, aveva pensato quasi a uno scherzo. (G. Scerbanenco, «Grazie, professore»)

E la gente parlava. E ognuno voleva dire la sua. (N. Salvaneschi, «Un violino, 23 donne e il diavolo»)

Nanni. Resta a vedere cosa dice vostra figlia, adesso. Bisogno che dica la sua anche lei. (G. Verga, «La Lupa»)

Solo quando salta fuori qualche grana che ha ripercussioni sull'organico militare, sui gradi, sull'attribuzioni di titoli nobiliari o di territori, allora il re deve dire la sua. (I. Calvino, «Il cavaliere inesistente»)

— Su, scherzavo: possibile che tu non sappia stare allo scherzo?. (C. Cassola, «La ragazza di Bube»)

Dante parlava di donne e tutti ridevano da crepare, anche perché lì presente c'era il prete della Casetta, un tipo in gamba che sapeva stare allo scherzo. (L. Bergonzini, «Un fucile per Saba»)

Ma alla sera, quando la compagnia si ritrovava, quando D'Avossa era vicino a lei e guardava e parlava invece a Mirella... allora per Elide era una tortura, una tortura cinese, mille aghi nella carne. (G. Parise, «Il fidanzamento»)

— Il vecchio ortolano parlava con la modesta saggezza di chi ne ha viste tante. (I. Calvino, «Il cavaliere inesistente»)

Benché sia abitudinaria e in fondo casalinga e ordinata, le piace prendere il tono della ragazza «che ne ha viste tante», della spregiudicata a cui si può dir tutto, che non si mette nel sacco, che non si meraviglia di niente. (C. Cederna, «Signore & Signori»)