(disprezzo)

«Ma non considerare la partita finita... abbiamo fatto soltanto il grosso del lavoro... non addormentarti sugli allori. (A. Moravia, «Il disprezzo»)

«Lui, lo hai visto?»

— Tutto questo sta bene... però vi conosco voialtri sceneggiatori: ammazza ammazza siete tutta una razza... quando avete preso i quattrini, beato chi vi rivede. (A.Moravia, «Il disprezzo»)

Tedeschi, inglesi, americani, russi, per me, come dice il proverbio, ammazza, ammazza, è tutta una razza.. (A.Moravia, «La ciociara»)

Giulio Del Ponte, che forse, al pari di Lucilio, aveva fra le signore qualche motivo per voler rendersi piacevole, aguzzava il proprio ingegno per tener bordone al compagno. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

Fernanda. — Bell'azione, quella del suo signore Silvano!.. Come vorrei torcergli il collo! E magari lei lo sapeva! Magari gli teneva bordone. (E. Possenti, «Villetta fuori porta»)

Da più ore è seduto fuori l'osteria di via dei Malcontenti, per godersi il vino e dire malignità negli orecchi delle conoscenze, con Oreste barbiere che gli tiene bordone. (V. Pratolini, «Cronache di poveri amanti»)

Mi parve anzi di impallidire per l'ira e dissi con voce alterata: «Se lei intende per civiltà che un marito tenga bordone al corteggiatore di sua moglie, ebbene, caro Rheingold, io sono e mi sento incivile». (A. Moravia, «Il disprezzo»)

Si rizzò egli di botto e fece un passo innanzi. (S. Farina, «Frutti proibiti»)

Ella non disse nulla... e io... fermai la macchina di botto. (A. Moravia, «Il disprezzo»)

Nome, censo, onestà, che altro poteva chieder di meglio il governo per nominare sindaco il marchese? E la cuccagna di quei signori sarebbe finita di botto. (L. Capuana, «Il marchese di Roccaverdina»)

Corallina. — Non gli ha parlato precisamente di voi, perché così di balzo non doveva nemmen farlo. (C.Goldoni, «La serva amorosa»)

Avevo sinora pensato che ella avesse raggiunto il limite massimo della sua durezza e crudeltà verso di me. Ed ecco, invece, questo limite, di un balzo, era varcato. (A.Moravia, «ll disprezzo»)

Oggi il cuore è messo al bando. È un pericolo per il regime. Guarda come vengono educati i fanciulli: gli si dà un fucile, magari di legno, ma non importa, purché fin da piccoli imparino ad amare la guerra. (C.Cassola, «Il taglio del bosco»)

Moltissime sono le ragazze madri, ed esse non sono affatto messe al bando o additate al disprezzo pubblico. (C.Levi, «Cristo si è fermato a Eboli»)

Come si vede, sebbene fingessi con me stesso di aver trovato finalmente il bandolo della matassa, ossia il motivo vero del disamore di Emilia, in fondo non ne ero affatto sicuro. (A.Moravia, «Il disprezzo»)

Tancredo pensò che la fortuna d'un uomo consiste alle volte nel trovare il bandolo d'una matassa di filo... (G.da Verona, «La vita comincia domani»).

I carabinieri sperano comunque, al termine delle ricerche nella zona, di trovarsi con in mano qualche indizio, il filo per 'giungere al bandolo della matassa («L'Unità», 7 novembre 1970).

Eravamo tornati, dopo una breve incursione nelle bassure terrestri del successo di cassetta, alle zone aeree dell'arte e dello spirito. (A.Moravia, «Il disprezzo»)

Ormai mi ero infilato nel binario sbagliato e mi toccava percorrerlo fino in fondo. (A. Moravia, «Il disprezzo»)

Egli si fermò e io guardai in tralice Rheingold: non batteva ciglio. (A. Moravia, «Il disprezzo»)

Era tutto dritto, atletico e sgangherato insieme, e non batteva più ciglio. (B. Fenoglio, «Il giorno di fuoco»)

E bisognerebbe essere una vera carogna... per sapere qual è il sottile piacere che una donna ricava da un simile esercizio: fare un'osservazione apparentemente innocente... quindi sferrare un colpo basso. (C. Cederna, «Signore & Signori»)

In realtà era fuori di sé. Sempre la stessa storia con quella sgualdrina. Non c'era un altra come lei per tirare colpi gobbi ad ogni momento!. (M. Lazzari, «Tutto andò benissimo»)

—...Esse ne approfittano subito per tirarmi uno del loro colpi mancini. Resto dura, non mi commuovo? Subito con mezze parole ed oscure esse mi offendono, mi fanno sentire il loro disprezzo. (M. Puccini, «Ebrei»)

...e mi parrebbe dilettantesco il colpo di testa di mutare la forma per rinnovare la sostanza. (C. Pavese, «Il mestiere di vivere»)

Ma subito dopo, mi dissi che... non dovevo fare le cose in fretta, dando l'impressione errata di un colpo di testa. (A. Moravia, «Il disprezzo»)

Pressato dalle critiche, che mi sembravano infondate,...feci un colpo di testa. (G. Amendola, «Una scelta di vita»)

Quella burina dalle guance gonfie mi guardò e rispose, con superbia: «Chi disprezza, compera». (A. Moravia, «Racconti romani»)

Nel cuore di Luca regna il disprezzo. Credo di essergli divenuto amico anche per questo: perché ammiro la sua superiorità, sebbene conosca ormai il suo tallone di Achille. Chi disprezza, vorrebbe comprare. (P. Spalletti, «Esame di riparazione»)

Io sapevo, dunque, che dopo quella prima sceneggiatura di poco conto Battista si apprestava a farmene fare un'altra, più importante. (A. Moravia, «Il disprezzo»)

Ma, lo stesso, il profitto era pur sempre l'ultima pietra di paragone e se ne aveva la prova quando, dopo molte discussioni.., dopo molte di quelle che io chiamavo le cortine fumogene di Battista, la scelta cadeva invariabilmente sopra la soluzione più commerciale. (A. Moravia, «Il disprezzo»)

...non potevo fare a meno ogni volta che il regista, con il linguaggio demagogico e popolaresco che è proprio a molti di loro, saltava sulla seggiola esclamando: «Bravo. Sei un cannone!» di pensare con dispetto: «Questo avrei potuto metterlo in un mio dramma, in una mia commedia». (A. Moravia, «Il disprezzo»)

Talvolta il testo non è inteso affatto, ma perché il vocabolo latino somigliava nel suono qualche parola viva di un certo significato, fu tirato per i capelli a prendere il senso di quella e così nacquero voci e motti con sensi nuovi e stranissimi che sono lontani mille miglia dal senso vero. (I. Nieri, «Parole e modi»)

— Se qualche cliente mi tira per i capelli a discutere, cosa dovrò fare?

«No, l'Odissea di Omero non è la sua.., e le dirò di più, visto che lei mi tira per i capelli: l'Odissea di Omero mi incanta e la sua invece mi ripugna». (A. Moravia, «Il disprezzo»)

Però l'Armandi non era tal donna da perdere la testa, quando non voleva, o da farsi trascinare pel capelli in una situazione imbarazzante. (G. Verga, «Eros»)

Mi ero addormentato e avevo sognato di essere stato con Emilia, la vera Emilia in carne e ossa. (A. Moravia, «Il disprezzo»)

— Roberto Fenoglio in carne ed ossa, — rispose Fenoglio. (A. G. Barrili, «Una notte bizzarra»)

Il fatto è che di Brandi, personaggio da crearci insieme, bisogna innanzi tutto stabilire che in carne e ossa non esiste. Ce lo stiamo inventando insieme. (L. Incoronato, «Inchiesta su Brandi e Andreini»)