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Fu quello il tempo migliore del nostro amore; ma io non la riconoscevo più e pensavo: gatta ci cova. E infatti tutt' ad un tratto, cambiò musica una terza volta. (A. Moravia, «Racconti romani»)

Ma l'uomo non può starsene con le mani in mano. Suvvia, cambia musica, dammi un bacio. (G. Marotta, «Mal di Galleria»)

— Voi campagnuolo? — soggiunse Olimpia tentennando il capo. — Gatta si cova sicuramente. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

Da cinque o sei sere, Gianfranco Mantova lascia gli amici prima della solita ora... La prima, la seconda sera hanno ghignato: «gatta ci cova»; ma poiché Gianfranco non ha accusato la botta, la terza e le altre, zitti. (M. Puccini, «Scoperta del tempo»)

Ciampa. — Signor Fifi, qua sotto gatta si cova! Badi che sua sorella ha qualche grillo per la testa. (L. Pirandello, «Il berretto a sonagli»)

A dire la verità, c'è anche entrata la mano del destino; ché tutto mi sarei aspettato meno che di imboccar la strada maestra proprio il primo giorno, e restando, si può dire, con le mani alla cintola. (M. Puccini, «Ebrei»)

Non possiamo fare niente, noi? dobbiamo restare con le mani in grembo a vedere la distruzione del paese?. (A. de Cespedes, «Nessuno torna indietro»)

— A me m'è già venuto a noia di stare con le mani in mano. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

«Credimi, ero proprio stanco, non ne potevo più di stare sempre con le mani in mano».

E s'egli non è sì come questo suo semplice fratello, è nondimeno bell'uomo ed avveduto, e non si sarebbe stato con le mani a cintola come fa costui. (M. Bandello, «Novelle»)

E a un tratto mi sentii solo, e straniero, in quella folla di vincitori e di poveri napoletani affamati. (C. Malaparte, «La pelle»)

Dopo qualche tempo egli mi fermò di nuovo tutt'a un tratto. (M. Bontempelli, «1 pellegrini»)

Roberto. — Non volevi andartene... e così tutt'a un tratto?!. (G. Feriolo, «Donne»)