vado

«Adesso vado,» sospirò Castiglia: «Speriamo che non sia svegliata».

Dormii come un piombo; quando mi svegliai, Giuditta era già uscita per la spesa. (A. Moravia, «Racconti romani»)

Mi lascio trascinare dalle gambe: non so nemmeno dove vado. (T. Varni, «Memorie di Eugenio Bravetti»)

Isabella. — Non ha funzionato, come speravo la storia della malattia. L'aveva inventata per stare qualche giorno in libertà e andare un po' in giro per spese (D, Fabbri, «La bugiarda»).

...ormai Carlone andava poco in giro, chi voleva i suoi peperoni entrava nel recinto dell'erto. (L. Bigiaretti, «Carlone. Vita di un italiano»)

«Mi conoscete?»

— E tu? — disse lei.

— Sono in giro da stamattina, — disse lui a bocca piena come per scusarsi (R. Viganò, «L'Agnese va a morire»)

— Che facciamo qui? — domandarono tutti.

Nel tempo della sua giovinezza andavano in giro quelle canzoni un poco monotone e soavi. (A. Beltramelli, «Tutti i romanzi»)

«Quando si giudicava qualcuno in altri tempi erano malfattori e canaglie. Oggi le canaglie sono in giro». (G. Germanetto, «Memorie di un barbiere»)

«Io alla sera vado a letto con le galline».

— In Oriente vado, in Oriente, a intendermela coi Turchi, giacché qui non ebbi voce da farmi capire. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

Sapeva di un tale nominato presidente di un istituto di credito solo perché la moglie se la intendeva con un pezzo grosso del regime. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

Aldo. — Là, lo dicevano tutti: ma, sa, la gente pettegola basta che veda un uomo e una donna entrare insieme, che so? dal tabaccaio, per dire che se la intendono. (E. Possenti, «Un altro amore»)

Scuro in viso, gli ha risposto: «Caschi forse dalle nuvole? Già, l'ha picchiata e ha vociato. Ora tutta la strada sa che tu e Maria ve l'intendete». (V. Pratolini, «Cronache di poveri amanti»)

Ci facciamo largo tra la gente appressandoci a una porta chiusa. (L. Sbrana, «La paura di Elizabeth»)

«Ma tu stai tranquillo, che prima o poi riuscirai a farti largo». (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

—...Carriera? Ma sì, caro: anch'io voglio fare carriera... Senonché gli altri la aspettano dal cielo; che muoia gente, che faccia del largo la guerra: ed io invece la vado a cercare pagando di persona.... (M. Puccini, «Ebrei»)

Era pietà e speranza insieme, un'infuocata speranza che si faceva largo tra i sospetti. (G. Arpino, «Un delitto d'onore»)

Vado per le leste, perché sento che il discorrere troppo mi aggraverebbe il petto e tu forse ti annoieresti.... (R. Fucini, «Mio padre»)

A Savona per poco non vado sotto il treno, e adesso, lillo lillo, mi dice che non sa niente. (F. Tombari, «Pensione Niagara e altri racconti»)

«Io vado su, è naturale,» gli rispose l'altro: «E voi aspettate.»

Gaetano. — Professo', voi state stanco... io adesso me ne vado; così vi riposate. La notte porta consigli. (E. De Filippo, «Bene mio e core mio»)

Era uscito furibondo dallo studio mentre gli gridava dietro che non accettava rifiuti, che la notte porterebbe consiglio, che sarebbe venuto da lui l'indomani mattina, per una risposta definitiva. (A. Fogazzaro, «Daniele Cortis»)

Adesso vado a nanna. (F. Jovine, «Le terre del Sacramento»)

— Vai a nanna, piccola.... (V. Brocchi, «I tempi del grande amore»)

Eugenio. — In bottega non istà bene; se venite anche voi, avrà soggezione; se vado solo, mi vorrà cavare gli occhi. (C. Goldoni, «La bottega del caffè»)

...non voglio guarentire che le gemme venissero né da Golconda, né dal Perù, ma cavavano gli occhi, e bastava. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

Spacca. — Lei capisce che me ne vado a galera... Perché loro che c'entrano? Loro sono impiegati, il responsabile sono io: è Michele Spacca che ne esce con le ossa rotte. (C. G. Viola, «Il romanzo dei giovani poveri»)

— Oggi però questa stanza è mia, — disse il burattino — e se vuoi farmi un vero piacere, vattene subito. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

«Ci vado» pensò Gigi «cosi le potrò dire che mi faccia il santo piacere di non ritornare mai più». (V. Brocchi, «I tempi del grande amore»)

Fui messo a far da palo su un rialzo del terreno, sul margine dell'Appia.... (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Milone. — Ora sapremo qualche cosa di preciso. Dunque facevo il palo allo sbocco del vico Ronciglio quando quei due manigoldi che sono scappati consumavano la grassazione. (R. Bracco, «Sperduti nel buio»)

— Ora tu resta qui a fare il palo; io vado su a vedere cosa si può fare. Andò su quatto quatto per le scale.... (I. Calvino, «Fiabe italiane»)

«Io me ne vado. E non mi vedi più. Non importa. Vuol dire che andrò a dormire sotto i ponti». (D. Buzzati, «Un amore»)

«Fa' un giro tu, mentre io vado in quel posto» disse poi il panettiere passandogli il suo ventaglio di figure. (G. Arpino, «Storie di provincia»)

«Calma, Liana; mi raccomando. Vado e torno». (E. Calandra, «La bufera»)

«E ora dovete proprio lasciarmi. Aspetto gente. Mi raccomando» (G, Arpino, «Un delitto d'onore»).

Maria mi ha poi pregato di fare un salto al bar più vicino. (T. Varni, «Memorie di Eugenio Bravetti»)

Basta, son stanco: vado a casa, faccio un ultimo salto dal Duardin a dare un'occhiata a chi c'è poi mi ritiro. (U. Simonetta, «Tirar mattina»)

Esco e, senza accorgermene, stanco come una bestia vado verso la stazione, per trovare una panca. (C. Pavese, «Paesi tuoi»)