quasi+tutti

— È il mio pianeta, che tutti m'abbiano a dare addosso; anche i santi. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

— Diana!— fece Barghi piccato — Sembrerebbe che ce l'avessi con la tua amica.

— L'avanguardia ha sempre ragione. Cioè chi dà addosso all'avanguardia ha sempre torto («La nuova questione della lingua»).

— Occupati dei fatti tuoi —gridò Giubbino, e fu quasi addosso al vecchio. (E. Pea, «Il forestiero»)

Era sempre l'automobile del Nebbia, perché il Furiilo, lui, la sua Isotta-Fraschini, la custodiva nella bambagia. (N.Ginzburg, «Le voci della sera»)

— Bambagia, siete stati tutti allevati nella bambagia! E come siamo stupidi noi a non approfittarne; vi accopperemmo uno sull'altro come bagarozzi!. (M.Puccini, «Scoperta del tempo»)

Nasario fu gracile e debole..; lo avvolgemmo nella bambagia, come si dice.... (G.Marotta, «Le milanesi»)

Penetrato questo concetto nelle menti dei generalissimi, i miei uomini furono, come suoi dirsi, tenuti nella bambagia. (A.Campanile, «Gli asparagi e l'immortalità dell'anima»)

...il signor Celestino quasi ha vissuto nella bambagia e ha conservato sulla pelle e nella carne la morbidezza e il colore dell'adolescenza. (A.Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

Ala se imprendeva a parlare dei suoi progetti agrari... tutti sgranavano gli occhi, quasi stessero per afferrare là, con avide mani, la loro parte delle immense ricchezze che il marchese faceva rigurgitare con un colpo di bacchetta fatata.... (L.Capuana, «Il marchese di Roccaverdina»)

— È piena d'idee, tutti possono chiederle aiuto, non siete degno di lustrarle le scarpe.... (G. Arpino, «Il ragazzo che non voleva imparare»)

— Vede, signor Biagini... A girar tutta Firenze non c'è un contabile degno di legar le scarpe al signor Gattai. (B. Cicognani, «La Velia»)

«Insomma! Lucio D'Avossa. architetto, quasi architetto, una bellissima persona, una di quelle da baciar dove passano». (G. Parise, «Il fidanzamento»)

Il Curci non era degno di portar al Goberti i libri dietro. (C. Arlia, «Lessico dell'infima o corrotta italianità»)

— Che ci sono delle belle ragazze come qui, a Napoli?

«Ma anche da noi, in Sanfrediano, Fernando mettiamo, ne esistono eccome di giovanotti a cui Bob non lega nemmeno le scarpe. Se ne esistono!» ripetè. (V. Pratolini, «Le ragazze di Sanfrediano»)

Aveva creduto sul serio che da quel matrimonio gli fosse derivato quasi un titolo di nobiltà; e i più strani fumi gli erano saliti nel cervello. (L. Pirandello, «Tutti i romanzi»)

Perché a suoi piedi si prostrarono principi e duchi, artisti di genio, letterati celebri, banchieri, studenti, diplomatici... bruciando il loro grano d'incenso; a tutti lasciava sperare i suoi favori, ma, poi, quasi sempre, li piantava con un palmo di naso.... (S. Pagani, «Il teatro milanese»)

Si misero a stuzzicarlo con domande sciocche e grossolane, con ceremonie canzonatorie. Renzo ora dava segno d'averselo per male, ora prendeva la cosa in ischerzo.... (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

— Sai perché mi fa tanto piacere che sia venuta la primavera?

Geppetto, vedendosi guardare da quei due occhi di legno, se n'ebbe quasi per male. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Tutti si voltarono a guardarlo mentre si allontanava; ma Filippo era troppo ubriaco per aversene a male. (A. Moravia, «La ciociara»)

Ormai scendevano insieme a bere e Zvàn invitava l'uomo a venirlo a trovare a casa.

Accettava con rassegnazione, non se ne pigliava a male e perciò continuava a vivere. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

«Non se la prenda a male, signorina!» si lamentava il poveretto.. (A. Drago, «Il fidanzato»)

Sua Altezza possiede ancora la più grossa collezione di perle e smeraldi del mondo... Forse se l'è presa a male per quel che è successo. Prima Jaipur era sua. (O. Fallaci, «Il sesso inutile»)

Hai visto il fidanzato di Aurora? Da quando quel tenente è entrato in casa hanno messo superbia, i De Simone. (M. Prisco, «La dama di piazza»)

—...D'altronde come non montare in superbia vedendosi fatto oggetto di tante attenzioni femminili e di una curiosità quasi morbosa da parte di tutti?. (N. Salvaneschi, «Un violino, 23 donne e il diavolo»)