pero!

Però, quando se li vedeva dinanzi a lui, marito e moglie, si sentiva freddo nella schiena. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Lui, però, non si scompose, perché aveva una faccia di bronzo numero uno, e rispose alzando le spalle: «Che c'entra... Roma non è stata fatta in un giorno». (A. Moravia, «Racconti romani»)

— Ma sicuro, le verità sopra tutto: quelle buone per gli ingenui ed i poveri di spirito; le altre se le porta via la faccia di bronzo di chi la sa dare ad intendere. (T. Lori, «Bufere sull'Arno»)

E così terminò questa caccia; che il gottoso ne venne presso a morte... Il fante fu per perderne la gamba. Santo Antonio fece questo miracolo, e però dice: — Scherza co' fanti e lascia stare i santi. (F. Sacchetti, «Cento novelle»)

Mi hanno detto che vai tutti i giorni per i palazzi. Te la fai con la gente nobile, e ti fai guastare la testa. (F. Jovine, «Le terre del Sacramento»)

Però, lei, in questa valle, non se la fa con i contadini o gli operai, lei se la fa con il segretario del fascio.... (A. Moravia, «La ciociara»)

Ci vollero due ore di chiacchiere, nel contratto, fra il padrone della mucca che avrebbe voluto vendere, però soltanto a caro prezzo, e l'Allori che di fatto non avrebbe voluto comprare.... (B. Tecchi, «La terra abbandonata»)

Non poteva che rallegrarsene e, di fatto, se ne rallegrò. (C. Cassola, «Fausto e Anna»)

— Un esempio però non dà predica — sfuggi detto al buon prete — il fine non giustifica il mezzo.

Era l'averli visti sempre e soltanto da prigionieri che ci rendeva difficile il raffigurarceli diversamente, però erano anche stati dei combattenti, e molti erano a non avere la grinta del combattente ed esserlo ugualmente.... (L. Davi, «I prigionieri russi»)

...Serafino ne combina spesso per la sua mania di sparlarle grosse. (A. Moravia, «Racconti romani»)

Uno di quei giorni che facevamo al solito a chi le sparava più grosse, ecco che il cespuglio all'ingresso si apre e si affaccia un viso di vecchietto. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Le tagliava anche grosse e, per quanto temuto, non riusciva però ad essere sufficientemente attendibile.... (L. Bergonzini, «Un fucile per Saba»)

Quanto alla baronessa Rubiera posso dormire fra due guanciali. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

...non fa mica comodo a una studentessa di buona famiglia o a una signora con tanto di marito e figli, non fa comodo per esempio essere sorprese di punto in bianco nude in letto con uno che non conoscono neanche di nome... Mentre con lei Ermelina, potevano dormire fra due guanciali... Lei è onestà in persona.., lei è come una mamma per le sue care bambine. Guai però se si arrischiano a farle un bidone. (D. Buzzati, «Un amore»)

Non desta invidia a nessuno; nessuno verrà mai a portarmela via: posso dormire fra due guanciali. (P. Spalletti, «Esame di riparazione»)

— Però, a me preme anzitutto di far loro una dichiarazione, ed è questa: che nessun motivo d'animosità privata... mi spinge contro quest'uomo cui loro si propongono di muover guerra. (G. da Verona, «La vita comincia domani»)

In frattanto un Soprano che stava lì vicino, move la guerra a questo Re. (G. Nerucci, «Sessanta novelle popolari montalesi»)

La baronessa Rubiera ha cercato di dare il gambetto a me pure!. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

— Devo difendere i miei interessi... scusate... Se giochiamo a farci il gambetto fra di noi. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

L'idea di dare il gambetto al suo carissimo amico non era lungi dal sorridere al buon Zonnini; però egli fece il modesto e il ritroso. (E. Castelnuovo, «I coniugi Varedo»)

Alla morte bisogna, se mai, guardar di dare il gambetto. (T. Landolfi, «Ombre»)

Eh! caro mio, io l'ho da fare con merli accivettati; però sto lì lì per gettare il giacchio, e farne una retata. (F. D. Guerrazzi, «Orazioni funebri di illustri italiani»)

Però non feci conto di quanto aveva promesso sul lasciarmi casa e terra: era un argomento che mi tirava la gola ma nello stesso tempo non mi piaceva. (M. Cartasegna, «Un fiume per confine»)

...quella mattina del quindici, quando Torello... mi invitò a andare con lui... accettai di buon grado. (A. Moravia, «Racconti romani»)

Cust (con una specie di ferocità) — Però è persino comico che voi vi lasciate seppellire tanto di buon grado. (U. Betti, «Corruzione al Palazzo di Giustizia»)

— Come accogliete voi il vostro destino, duca? Lo accettate di buon grado, lo subite, o volete ribellarvici?. (M. Serao, «Cuore infermo»)

«Pesalo però non l'hai pesato il bambino». «Come lo peso, che non ho bilancia? devo fare a idea» (M Ginzburg, «Caro Michele»).

Ricordo, però, che il tempo passava svelto: perfino la fettuccia di Terracina, che di solito non finisce mai, andava via come d'incanto. (A. Moravia, «Racconti romani»)

La più arrabbiata era l'Adele che ce l'aveva con Talino, perché, diceva, quand'erano soli si viveva d'incanto. (C. Pavese, «Paesi tuoi»)

Non c'era nessuno e si stava d'incanto. (C. Pavese, «Paesi tuoi»)

La povera Signora, innocente come l'acqua, non sapeva che cosa significava questa novità. (I. Calvino, «Fiabe italiane»)

«E purtroppo mancheranno i capi famiglia allo sposalizio. Uno al camposanto, l'altro in galera innocente come acqua. (V. Pratolini, «Il quartiere»)

Li avrebbe uccisi però a torto. Essi non sapevano nulla di nulla. Innocenti come l'acqua». (L. Pirandello, «Novelle per un anno»)

...e Maria Grazia, pura e innocente come un giglio, che avrebbe pensato di un padre dedito alle dissolutezze della carne?... (B. Fonzi, «I pianti della Liberazione»)

«Sta a te, Toschina, bisogna che tu sia come le altre volte, che Bob non abbia il minimo senso che tu gli nasconda qualcosa. Deve arrivare sul prato innocente come una colomba, poi tutte insieme lo spennacchieremo». (V. Pratolini, «Le ragazze di Sanfrediano»)

Vera. — E poi?

Carlo però ebbe l'impressione che quelle domande che faceva egli le avesse tutte preparate e ragionate da tempo, e non che gli uscissero di bocca lì per lì. (M. Puccini, «Ebrei»)

Siccome però, tra due grossi litiganti... bisogna sempre che il terzo goda, così Bartolo fu avvisato in confidenza, non si sa da chi, che Renzo non istava bene in quel paese. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Cara Unità, voglio rendere noto a te, e ai tuoi lettori, un episodio abbastanza indicativo e del quale sono stato protagonista; esso mette in cattiva luce le condizioni in cui vengono sistematicamente a trovarsi coloro che hanno avuto la sventura di emigrare («L'Unità», 8 settembre 1972).

Questa decisione, se da un lato calmava suo bisogno di mettersi in buona luce presso il Brambilla, dall'altro però lo riempì di uno turbamento straordinario. (A. Moravia, «Cortigiana stanca»)

Certo, per dare vivacità al mio racconto, mi son messo in cattiva luce, perché ella mi disse: Dio mio, com'è cattivo. (G. Piovene, «La vedova allegra»)