fratelli+di

Il signor Celestino rideva al settimo cielo e rideva anche Luigino. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

L'avvocato invece sembrava ai sette cieli per avere d'intorno a sé una così eletta compagnia. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

La signorina Immacolata giunta già da qualche tempo, ai sette cieli, si lasciò andare e invitò, lì per lì un gruppo di signorine a casa sua. (G. Parise, «Il prete bello»)

Il colonnello americano... ha dichiarato che avrebbe sganciato ancora, senza batter ciglio «qualsiasi numero di bombe atomiche» su «qualsiasi obbiettivo che gli fosse indicato dal suo comando» («Vie nuove», 1959, № 16).

I figlioli erano lì, vedeva di continuo l'espressione delle facce, che seguiva fissamente, senza battere ciglio, per non perdere un solo dettaglio. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

...cerca di qua, cerca di là, gira e rigira, dalla cima al fondo, non c'è in nessun luogo. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Ma proprio questa strada Momi trovò ingombra, da cima a fondo, di una folla irrequieta, insofferente per il troppo traffico. (B. Tecchi, «La terra abbandonata»)

Renzo che pareva disapprovare e disprezzare da cima a fondo quanto aveva detto il fratello, andò a chiudere le imposte e si cacciò di nuovo, come per seppellirsi, dentro il letto. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

Il padre vecchio, stanco, se ne sta a collo torto davanti al figlio adolescente, che non riesce a frenare il vigore delle membra. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

«Quando io predico», disse il sacerdote, «e vostro figlio si trova seduto in fondo alla chiesa, le donne stanno sempre a collo torto per guardare lui». (V. Brancati, «Il bell'Antonio»)

S'era camuffata decorosamente da prete la ciarlataneria a Girgenti, e raccolta, guardigna, a collo torto, andava per via. (L. Pirandello, «I vecchi e i giovani»)

Il signor Celestino non interveniva con un colpo di ciglio in quel dibattito che lo interessava per sé.... (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

— Io preferisco andare a spaccarmi il cranio piuttosto che adattarmi alla mediocrità. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

— Ma così... fra una corsa e una partita ci resta poco tempo, non arriveremo a capo di nulla. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

Alle porte della sala, gente faceva capolino. (C. Pavese, «Tra donne sole»)

Le ragazze facevano capolino dietro le linestre, quando lui passava. (S. Strati, «Peppantoni»)

I due avvocati ed il medico osarono perfino far capolino ad ogni tanto in Via Tornabuoni. (T. Lori, «Bufere sull'Arno»)

Dopo tanti mesi, era il primo notiziario con un elenco nutrito di titoli. Facevano anche capolino «Le notti di Cabiria» di Federico Fellini. (D. Paolella, «Le notti del cinema»)

Discussioni lunghissime corsero fra i due, discussioni che facevano capolino anche a tavola. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

— Non alzar tanto la voce — disse Correa — quel che è stato è stato a buona guerra: e non si deve dar carico ai prigionieri, né conviene che odano questi discorsi. (M. d'Azeglio, «Ettore Fieramosca»)

— Avresti ragione se qualcheduno ti rimproverasse, ti facesse un carico.

— La Principessa... è al corrente perfettamente di questa pratica e non ne fa al marito il più piccolo carico. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

Di quei tre buoni fratelli uno impazzi, l'altro morì di crepacuore, il terzo andò per la carità e viveva ancora quando Serafino era giovincello. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

...un signor Brown luogotenente del vascello mi fece mille navali ceremonie, né fu senza fatica che mi difesi dalla sua cortesia alla carlona. (G. Baretti, «Lettere familiari ai suoi tre fratelli»)

— La mia piccina sarebbe diventata tisica se fosse rimasta ancora qui, ha fatto benissimo a ritornare da sua madre. E ora non è più né carne né pesce. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

Il capitano teneva le distanze con tutti, tranne con Luigino. (E. Biagi, «Disonora il padre»)

Sebbene più giovane, don Arturo era solito richiamare gli altri fratelli ad osservare le distanze. (C. Bernari, «Per cause imprecisate»)

A D'Avossa, borioso, presuntuoso, persona che teneva le distanze, avrebbe provveduto in un altro modo. Meglio dunque la lotta aperta. (G. Parise, «Il fidanzamento»)

Renzo non rientrava che dopo le tre del mattino quando il fratello era immerso nel più profondo sonno, e quando questi alle sette saltava dal letto, l'altro dormiva come un ghiro. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

Capirete che fu un brutto risveglio per tutti. Era giorno chiaro; segno, per chi avesse avuto agio di notarlo, che avevamo dormito come ghiri. (A. G. Barrili, «Capitati Dodéro»)

...là sotto dormiva anche lui come una marmotta. (M. bontempelli, «L'amante fedele»)

...vi saliron due giovinetti che avevano sonno, e presto si addormentarono come talpe. (G. da Verona, «La vita comincia domani»)

...egli non era nato per il facile, per il comodo, non era la comodità che andava cercando, ne aveva buttato via a dovizia, e con gioia infinita, il mediocre non era il fatto suo. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

Con gli altri undici sottotenenti, come me freschi di nomina, fummo messi agli ordini d'un sergente istruttore coi baffoni e una lunghissima frusta da direttore di circo equestre. (A. Fratelli, «Io e il cavallo»)

I vostri fratelli tengono al fumo perché sono vecchi hanno i piedi nella fossa, loro!.. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

— Signora, io sono rimasta vedova giovanissima, con queste quattro bambine. Non mi sono perduta d'animo, il povero colonnello mi aveva dato il suo fuoco, quando morì non avevo tanto denaro per fargli il funerale.... (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

— Momina sa quello che vuole. Lasciatela fare. (C. Pavesi, «Tra donne sole»)

Ho capito subito che bisognava lasciarla fare, e siccome fa bene le ho dato carta bianca. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)

Marcello lasciava fare. Egli si trovava in uno di quel periodi di stanchezza che arrivano sempre, dopo che si è fatto un grande sciupio di forze. (M. Serao, «Cuore infermo»)