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L'uomo corteggiava la Ciriaci senza far troppo caso a Marcello. (G. Parise, «Amore e fervore»)

Ma se uno, girando sfaccendato nel luogo più affaccendato del mondo, si ferma, davanti l'imbocco in Wall Street... e fa caso al cimitero adiacente secondo l'antica usanza, può ben farsi un'idea di quanto costano quelle tombe. (R. Bacchelli, «America in confidenza»)

Non ci faremo caso se di pari passo con la ferocità vediamo rifiorire e crescere nella seconda metà del secolo XVII, quegli abusi contro i quali si erano agitate tante discussioni nel concilio tridentino. (C. Ricci, «Vita barocca»)

Che diceva? Nulla, faceva la civetta e quello che diceva aveva il valore dei miagolii delle gatte quando sono in amore. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Ma non far la civetta in quelle condizioni non era forse difficile? E non lo era ancor più finger di niente e non approfittare?. (G. Testori, «Il Brianza e altri racconti»)

«Già, il vostro Arduino... fa sempre più combutta con Bixio, nevvero?». (V. Pratolini, «Lo scialo»)

In sulle prime la buona donnina cominciò col dire che lei non era la piccola Fata dai capelli turchini; ma poi, vedendosi scoperta e non volendo mandare più in lungo la commedia, finì col farsi riconoscere. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Piagnucolava, moscia e fredda, falsa, che si vedeva lontano un miglio che faceva la commedia, e come feci per abbracciarla, mi cascava ora da una parte ora dall'altra, e non c'era verso che si lasciasse baciare. (A. Moravia, «Racconti romani»)

—...Del resto bisogna compatire anche me, perché, come vedi, non ho più legna... e tu... mi avresti fatto un gran comodo!. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Di me gli dirai che su per giù mi posso chiamar contento, e che quando penso come andò l'inverno dell'anno passato e come ho sbarcato quello di quest'anno, che è sull'undici once d'andare nel numero dei più, mi pare d'aver fatto... diciotto con tre dadi. (G. Giusti, «Epistolario»)

Si contenta, tornato a Campidoglio di ordinare che si suoni il campanone della Torre, al quale fanno eco tutte le campane della città. (M. d'Azeglio, «I miei ricordi»)

È sempre lui a divertirsi più di tutti delle sue trovate e gli basta che gli altri facciano eco alla sua ilarità. (P. Spalletti, «Esame di riparazione»)

«Al nostro deputato, dunque!» esclamò don Bortolo. Tutti fecero eco. (A. Fogazzaro, «Daniele Cortis»)

— Io per conto mio ci starei a tornare alla macchia, — e di nuovo il silenzio dei compagni faceva eco alle parole. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

Lo speziale, il notajo e gli altri gli avevan detto più volte: Ben levato signor podestà; ma vedendo che facean poco frutto, e che appena rispondeva, si tenean in rispetto, parlando fra loro sotto voce.... (M. d'Azeglio, «Ettore Fieramosca»)