dìcono

Dicono che vuoi mettersi anche a speculare sulle terre. L'appetito vien mangiando. (G.Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Ma perché i Toscani dicono... che un tale è da bosco e da riviera? Perché si riferiscono a un tale che, pur vivendo, come tutti gli altri, in un certo luogo, è adatto a stare dovunque tu lo metta. (F. Fochi, «L'italiano facile»)

V'è di più: in molti casi il Chiarissimo rompe i ragioni dell'aritmetica e della logica, perché se buio via buio fa buio, Chiarissimo via Chiarissimo dicono che possa far buio egalmente. (G. Giusti, «Epistolario»)

Golpe. —...Io voglio tirarmi da banda, per intendere quel che dicono, qui non pens'io che mi veggono. (A.Firenzuola, «La Trinuzia»)

I tre buoni uomini... andarono alla città dell'avvocato che aveva mosso la causa; e, quasi lagrimosamente, dicevano che c'era una bolla e che essi avevano soddisfatto e pagato.

E qui deve ogni uomo ricordare che la legge dei beni veri dell'anima, quella rimane sempre uguale per variar di Governi e di Stati..; ma la legge dei beni vani muta continuamente, e chi bolla sbolla come dicono alla Faggiola. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

— Non avendo noi da dargli nemmeno una lisca di pesce, che cosa ha fatto l'amico mio, che ha davvero un cuore di Cesare?.. Si è staccato coi denti uno zampetto delle sue gambe davanti e l'ha gettato a quella povera bestia, perché potesse sdigiunarsi. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Tutti dicono che Voi siete la più buona pasta d'uomo di questo mondo. Un povero cuor di Cesare. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

«...il fatto è, signor Brusa, che mi trovavo all'infermeria per una infezioncella dovuta... perdoni l'indecenza... a un callo mal tagliato».

Mara cominciò a dirgliene di tutti i colori sul conto della cugina. (C. Cassola, «La ragazza di Bube»)

I prigionieri invece, figurandosi che Pomodoro li stesse a sentire, cominciarono a parlare di lui e ne dissero di tutti i colori. (G. Rodari, «Le avventure di Cipollino»)

E danari non ce n'è; e loro, si sa, la più parte sono gente senza educazione e ne dicon di tutti i colori. (A. Fogazzaro, «Daniele Cortis»)

Leopoldo. — Non ci credo. Sono cose che dicono i preti. Ne inventano di tutti i colori. (V. Brancati, «La governante»)

— Sarà bello lasciarsi amare. Lo dicono tutti. Ma senza santa sfacciataggine non può durare. Non è naturale. È dare alla donna il coltello dal manico. (C. Pavese. «Racconti»)

Franco, che non ci capiva nulla, fu messo al corrente in due parole. (G. Rodari, «W la Saponia!»)

Facciamo tutto il possibile per tenerci al corrente, dicono. (C. Cederna, «Signore & Signori»)

I Toscani dicono per celia volgarmente di cibo inghiottito: «È andato in Cafarnao», «Mettere in Cafarnao»: mandar giù. (N. Tommaseo, «Dizionario della lingua italiana»)

Compare Cosimo, in gioventù, era stato un omo col capo, come dicono a Rabbato, su la berretta. (L. Capuana, «Le paesane»)

Aveva avuto una bella fortuna nella vita. Fin dalla nascita con quel naso mostruoso che era sempre stato la sua croce; orfano che non aveva ancora dieci anni; povero; incarcerato; picchiato e pestato senza pietà. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

Preferivo lasciar credere agli amici ch'avevo fortuna, e passare certe notti — specialmente nella bella stagione — a finestra spalancata nella speranza che si decidesse lei a entrarmi in camera e gettarmi le braccia al collo. (C. Pavese, «Racconti»)

— C'era da aspettarselo: è un caro ragazzo..; ma è «scriteriato» dalla nascita; e le buone fortune lo hanno guastato. (V. Brocchi, «I tempi del grande amore»)

«Dicono» continuò il gerarca, «che hai una grande fortuna con le donne». (V. Brancati, «Il bell'Antonio»)

«E vedi qua?» soggiunse, indicando la cicatrice sulla gota. «Quando mi buttai a fiume, come dicono a Roma». (L. Pirandello, «I vecchi e i giovani»)

Un lavoro che paga male lascia la bocca amara. Ha preso il gusto di leggere. Libri di tipo diverso. (L. Incoronato, «Inchiesta su Brandi e Andreini»)

...e quando poi vedono che ci ha preso gusto, che ci si trova bene, piglian la penna in mano e dicono: «...zaino in spalla e vai anche tu a crepare lassù». (M. Puccini, «Ebrei»)

Le male lingue possono bensì oscurare per un istante la vera gloria, ma sono come le nuvole che si dileguano presto dinanzi al sole. (G. A. Scartazzini, «Cenni sopra Pietro Fanfani»)

—...Tu non ignori che le male lingue mi dicono amante di Sofia Zeno. (U. Caimpenta, «Il Fornaretto di Venezia»)

Dicono in questi casi: Poveretto, e pensare che io stesso gli ho proposto di riposare due o tre giorni, ma lui no, lui no. Eh, non si può negare che ce la metta tutta!. (G. Arpino, «Ultime storie»)

Quella notte si marciò continuamente, nella colonna correva la voce che bisognava mettercela tutta e mai fermarsi. (E. Corradi, «La ritirata di Russia»)

«...arrivo dai Consalvo, mi dicono che ti sei dato malato». (M. Bontempelli, «L'amante fedele»)

A Roma dicono che una ragazza è di naso per dire che è come la carne non tanto fresca, quando ha un odore che non convince. Di naso: cioè sotto sotto interessata e capace per interesse di mettere da parte gli scrupoli. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Irene, per esempio, la fioraia... chi l'avrebbe detto che fosse, appunto, di naso? Eppure è così e io ci ho le prove e questo lo dico per dire che le apparenze ingannano. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)