ce+n'è+voluto!

...ma Raul, esaltato mi chiuse la bocca rispondendo che io avevo i sentimentalismi e che la vita è una giungla e che nella giungla della vita c'è la legge della foresta, per cui, alla fine, trionfa sempre il più forte. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

La feroce legge della giungla dei drogati aveva voluto una nuova vittima («Giorni», 30 dicembre 1973).

Del resto lui le avrebbe voluto sempre bene, ma a condizione che lo lasciasse libero di fare e di disfare, che non lo seccasse, che non gli facesse perdere un tempo prezioso. (G. Rovetta, «Mater dolorosa»)

Ricordatevi che la storia di tutti i popoli, di tutte l'epoche, e più dell'altre la vostra gronda delle lacrime e del sangue di popoli che hanno voluto commettere a mani straniere la conquista o la tutela della loro libertà. (G. Mazzini, «Scritti editi e inediti»)

— E... — avrei voluto chiedergli: «forse vi sposerete..?», ma non ho continuato: ho capito benissimo che la frase era fuori luogo. (T. Varni, «Memorie di Eugenio Bravetti»)

Era apparso il primo policeman... che metteva in contravvenzione quelli che facevano il loro comodo fuori del luogo a ciò deputato. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

Che cosa era stato? aveva egli semplicemente voluto comunicarmi il suo spavento della vita, la sua disperazione di ridurla o anzi farsela alla sua misura, e chiedermi in silenzio conforto?. (T. Landolfi, «Un amore del nostro tempo»)

— Io rimasi perché Lord Giorgio mi disse: «Tu aspettami qui», e allorquando quell'uomo parlava avrei un po' voluto vedere chi avrebbe avuto il muso di disubbidire!. (M. Savini, «Fantasmi»)

Ma mettiamo da parte questi intrigucci, e gli scherzi, perché io avrei muso d'affrontare tutte le ire e le maledizioni, qualora avessi dalla mia un Direttore intelligente e di polso, come è certamente M. Perrin. (G. Verdi, «Autobiografia dalle lettere»)

Era chiaro: gli si consigliava di servirsi di quel luna park così opportuno e alla mano per sedurre l'amante di Mostallino. (A. Moravia, «L'amante infelice»)

C'era tutta una categoria di frasi scelte che il responsabile della pubblicità — certo per apparire più moderno e alla mano — mai aveva voluto usare. (G. Arpino, «Altre storie»)

— È un fatto che non mi raccapezzo... Sono sempre molto alla mano, specie lo zio e la Mariannina, ma non sono più quelli di sette anni fa.... (E. Castelnuovo, «I Moncalvo»)

Trovata una villa in una spiaggia, si diede mano ai soliti preparativi delle partenze. (A. Moravia. «I racconti»)

Montò in furore e diventò così rosso che se si fossero passati di lì i pompieri avrebbero dato mano alle pompe per spegnerlo. (G. Rodari, «Le avventure di Cipollino»)

Lorenzo. — Dove cominciate a mettere mano?

...occorre che i partigiani siano fra i primi ad entrare nelle città.., fra i primi a porre mano alla trasformazione della vita e dei rapporti sociali.... (L. Bergonzini, «Un fucile per Saba»)

Comunque, non si potrebbe e dovrebbe tacere che è una vergogna che ad una legge di riassetto dell'attività musicale non si sia posto mano in tanti anni... («L'Unità», 19 marzo 1977).

Lorenzo. — Non lo sapevi che da un momento all'altro dovevano mettere mano? Non eravamo d'accordo che l'appartamento bisognava modificarlo, renderlo moderno?. (E. De Filippo, «Bene mio e core mio»)

...quella mattina, io andavo mettendo mano ora a una cosa, ora a un'altra, per indugiare. (A. Moravia, «La noia»)

Sapeva ella che l'ucciso aveva messo le mani sul loro patrimonio? anche questo sapeva. (A. Moravia, «Gli indifferenti»)

Non che tutto quanto si vedeva sulla mappa appartenesse alla famiglia: a Nord vi erano montagne inospiti nelle quali gl'Ibba non avevano mai voluto metter mano. (G. Tomasi di Lampedusa, «Il mattino di un mezzadro»)

Se coloro che sinora si sfogano a gridare, pigliano gusto anche a metter mano nella roba altrui, siamo fritti!. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

...il Fornaretto continuò a sorridere... ma aveva il nodo alla gola e avrebbe voluto piangere.... (U. Caimpenta, «Il Fornaretto di Venezia»)

...suo padre, un salumiere... venuto su dal nulla, non aveva voluto denunciare il nome con la grafia esatta. (L. Preti, «Giovinezza, giovinezza...»)

Vuole alludere a una signora venuta su dal niente e diventata ricchissima.... (C. Cederna, «Signore & Signori»)

Per l'occhio del mondo, io compro e vendo francobolli pregiati. (G. Marotta, «Mal di Galleria»)

«Quello che io sono non piaceva a lui e quello che lui era non piaceva a me. Dovrei fingere e perché mai?» «Ma per gli occhi del mondo». (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

«Tu sei un giovane comprensivo: hai accettato il matrimonio in chiesa per amor mio... Adesso mamma ha voluto anche il vestito bianco, per l'occhio del mondo...». (M. Prisco, «La dama di piazza»)

A Napoli hai visto che dall'America si può tornare senza averlo voluto, accompagnato dai piedi piatti... Tu sei tornato con i tuoi piedi, di testa tua.... (P. A. Buttita, «Il volantino»)

Uno di quei preti avventurosi che capitavano a confessare... le aveva voluto parlar dell'anima. — Io non ho anima, — aveva risposto. — Non c'era stato da cavarle altro di bocca. (R. Bacchelli, «La città degli amanti»)

Leonardo. — Eh! dice bene; mi saprò regolare; metterò la testa a partito. (C. Goldoni, «Le smanie per la villeggiatura»)

Ma a un certo punto papà cessò di dargli i soldi, e allora Solone mise di colpo la testa a partito, rilevò l'azienda in fallimento, e in pochi anni si fece un grosso patrimonio. (I. Montanelli, «Storia dei Greci»)

Se ti voleva veramente bene metteva la testa a partito. (M. Prisco, «La dama di piazza»)

Se avesse voluto mettere la testa a partito... poteva farsi pagare per ogni libretto 3 o 4 mila franchi. (G. Verdi, «Autobiografia dalle lettere»)

Pandolfo. — Mi contento di poco. Ho buscato due zecchini, e non ho voluto altro.

L'Adele aveva voluto farsi chiamare col tu anche lei e, di li a un'ora si erano contate su la rava e la fava, anche le robe più personali, di modo che adesso erano amiche sul serio.... (E. La Stella, «La dolce morosa»)

Esaminata la poveretta che aveva voluto dormire l'ultimo sonno riconobbe che ancora dormiva e non disperò di farla rivivere. (S. Farina, «Le tre commedie della vita»)

A chieder troppo si rischiava di non ottener nulla... Già, c'è un vecchio adagio: Chi troppo abbraccia nulla stringe. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

— Chi troppo abbraccia nulla stringe. Allora Miceni nella grande ira si commosse.

Io non sapevo già più a che santo votarmi; allorquando una sonora risata del re Urutucte venne in buon punto a dimostrarmi che era stato uno scherzo.... (A. G. Barrili, «Capitan Dodéro»)

Una volta c'era un Re e una Regina, e non avevano figli... La Regina pregava notte e giorno ma non sapeva più a che santo votarsi. (I. Calvino, «Fiabe italiane»)

Avrebbe voluto volentieri lavarsi te mani di questa malaugurata faccenda e come partito estremo, non sapendo a che santo votarsi, risolse coraggiosamente di dar libero corso alla sola verità. (G. da Verona, «La vita comincia domani»)

La mia Stefania è ritornata da sua madre. Ha voluto fare di propria testa, eccola qua, io non ci ho messo né sale ne pepe. (A. Palazzeschi, «I fratelli Cuccoli»)