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Dov'è essa cotesta via del mezzo? Chi l'ha a scoprire così appunto? Chi l'ha misurata? messa a corda? posta fra confini certi?. (G. Gozzi, «Opere scelte»)

Ora quel natural corso del linguaggio parlato mise capo appunto ai linguaggi neolatini. (A. Schiaffini, «Problemi del lessico italiano»)

Aveva certo qualche acerrimo nemico... tutti i suoi discorsi mettevano capo a quello. (G. Giacosa, «Una strana guida»)

Appunto per ciò è necessario che l'opposizione parlamentare stringa le sue fila e tenga salda la sua bandiera in mezzo alla compiuta dissoluzione degli altri partiti. (F. De Sanctis, «Il mezzogiorno e lo stato unitario»)

Più d'una volta... gli era saltato il grillo di farsi soldato, e finirla: e l'occasioni non mancavano, che, appunto in quell'intervallo di tempo, la repubblica aveva avuto bisogno di far gente. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Era appunto «politica da santo», di un santo che nell'attuare i suoi fini santi si valeva (da galeotto a marinaro) dei soli mezzi reali di attuazione, che erano quegli offertigli dalla politica. (B. Croce, «Etica e politica»)

...il piano di lavoro che mi sono proposto fin dalla mia prima corrispondenza è, appunto, non soltanto di riferire i fatti che si svolgono sotto i miei occhi, ma di interpretarli, e di porre in luce con assoluta obbiettività i problemi essenziali di questo immane conflitto. (C. Malaparte, «L'Ucraina tomba del grano»)

Marchese. — Oh questa è bella! A me è passata la collera, e voi ve la fate venire.

«Oh, signor marchese! Troppo onore!.. Si figuri! Il suo nome...»

—...Aggiungo che i repubblicani di Macerata appunto perché sono «quattro noci in un sacco» si asterranno o voteranno scheda bianca.... (V. Brocchi, «I tempi del grande amore»)

A Roma dicono che una ragazza è di naso per dire che è come la carne non tanto fresca, quando ha un odore che non convince. Di naso: cioè sotto sotto interessata e capace per interesse di mettere da parte gli scrupoli. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Irene, per esempio, la fioraia... chi l'avrebbe detto che fosse, appunto, di naso? Eppure è così e io ci ho le prove e questo lo dico per dire che le apparenze ingannano. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Il conte duca, viceversa, sa appunto cosa bolle in pentola di tutte l'altre corti. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Quando saremo lì, a vedere quel che bolle in pentola, bisogna mettersi vicino al mestolo. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Forse sarebbe stata meno avversa ad esse, se avesse saputo o indovinato che le poche palle nere, trovate nel bossolo che decise della sua accettazione, c'erano appunto state mosse da quelle. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

— Volevo dire, signora Contessa, che appunto per la responsabilità che mi pesa addosso, mi bisognerà camminare coi calzari di piombo. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

—...Tanto più è necessario di evitare le chiacchiere intempestive... anche con la Mariannina... E io devo camminare coi piedi di piombo. (E. Castelnuovo, «I Moncalvo»)

— Lei lo sa meglio di me... in queste storie di appalti... Io, insomma, le raccomanderei di andarci molto, ma molto coi piedi di piombo. (C. Frutterò e F. Lucentini, «La donna della domenica»)

Appunto perché si riconosceva parte in causa, senz'altro si sarebbe rimesso al parere della maggioranza. (F. Sacchi, «La primadonna»)

...in quella storia lui non c'entrava per nulla, che nessun poteva considerarlo parte in causa. (I. Calvino, «Il cavaliere inesistente»)

...Erano appunto coloro coi quali aveva più di quella ruggine (A. Manzoni, «I promessi sposi»).

Tutt'Italia era in arme: i Francesi parevano i più forti; ed oltre l'amor di patria che mi spingeva a combattere il nemico più pericoloso, avevo una vecchia ruggine co' Francesi (Al. d'Azeglio, «Ettore Fiera/nasca»).

Però chi sul serio dicesse che lo stile di questo libretto piace appunto perché non ha stile, darebbe forse nel segno. (U. Foscolo, «Ultime lettere di Jacopo Ortis»)

«Ah, dottore, come sa cogliere bene in segno, lei». (L. Compagnone, «L'amara scienza»)

Egli s'irritò e capii di aver colpito nel segno. (A. Moravia, «La romana»)

— Se fosse vero! — pensava Mario uscendo dal Caffè di Parigi. — Se questi ragazzi che chiacchierano per divagare la noia avessero dato nel segno!. (F. Martini, «La marchesa»)

La sua requisitoria aveva colpito a segno, ma aveva insieme ridestato l'istinto e il coraggio della difesa, perché sentivo che era ingiusta. (G. Piovene, «La gazzetta nera»)

Del resto, come ho detto, possono esserci delle esagerazioni, delle inesattezze nei rapporti della polizia. Si sa che la polizia carica le tinte. (A. Moravia, «La mascherata»)

L'unità stilistica del film deriva appunto dall'equanimità con cui il regista osserva questa vicenda e questi personaggi: egli non ha bisogno di caricar le tinte («Film 1961»).

Aveva una morosa! Nella sala da ballo non si sarebbe sentito più solo, come tante volte nel passato, quando gli amici lo lasciavano in asso e si riduceva a fare da tappezzeria, insieme alle madri delle studentesse. (L. Preti, «Giovinezza, giovinezza»)

Il che spiega come le uniche persone rimaste a far tappezzeria nel gran ballo linguistico in cui volteggia l'intera Italia letteraria siano appunto i linguisti («La nuova questione della lingua»).

Finché lavoravo, volevo che tutto restasse immobile e inalterato, che nulla venisse a turbare quella mia tranquillità profonda che, a torto o a ragione, consideravo indispensabile, appunto, al buon andamento del mio lavoro. (A. Moravia, «L'amore coniugale»)

Beatrice. — E con questa scusa, infatti, che io sono gelosa, lui ha fatto sempre il comodo suo. Ma glielo dimostrò io, ora, alla gente se son gelosa a torto o a ragione. (L. Pirandello, «Il berretto a sonagli»)

Per quanto lontani d'indole e di studi, o forse appunto per questo, la loro buona amicizia era andata crescendo col tempo e colla distanza, che è, come vuole il proverbio, il vento che fa crescere la fiamma. (E. De Marchi, «Col fuoco non si scherza»)