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...Erano appunto coloro coi quali aveva più di quella ruggine (A. Manzoni, «I promessi sposi»).

Tutt'Italia era in arme: i Francesi parevano i più forti; ed oltre l'amor di patria che mi spingeva a combattere il nemico più pericoloso, avevo una vecchia ruggine co' Francesi (Al. d'Azeglio, «Ettore Fiera/nasca»).

Io stavo in un angolo, sulla branda, sotto due funi... sulle quali penzolavano i miei quattro stracci. (A. Moravia, «Racconti romani»)

Appariva proprio quello che era: una buona massaia che aveva passato tutta la giornata con il bambino e che poi, all'ultimo momento, s'era messo addosso quattro straccetti per uscire. (F. Giovannini, «La babelle»)

Superate le prime esitazioni, sembrava compiaciuto della prossima partenza delle figlie, le quali invece restarono di sasso davanti a tanta indifferenza. (P. Chiara, «Il Balordo»)

Questa frase l'aveva appena proferita che rimanemmo tutti e quattro, Rosetta, io, l'avvocato e sua madre, come di sasso. (A. Moravia, «La ciociara»)

Dopo alcuni minuti durante i quali regnò il più alto silenzio... Don Michele... udì ad un tratto la voce del duca. (M. d'Azeglio, «Ettore Fieramosca»)

Carlo. — Si cominciò così. Che una volta l'ingegnere mi annuncia l'arrivo di un barcone.

— Cara mia, — ribattè Corimbo, — è un uomo d'affari, è un notaio... Non può essere un poeta, un eroe... E ha famiglia; deve badare al sodo. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

Vittorio. — Siete pratica, voi, nelle vostre simpatie. Niente fiumi per la testa. Badate al sodo, voi... Brava!. (M. Praga, «Le vergini»)

«Vengo al sodo, caro Ambrosia: il ministro degli esteri mi incarica di farle le sue congratulazioni. Alle quali aggiungo, manco a dirle, le mie». (N. Salvalaggio, «L'acrobata»)

Dissi al ragazzo:

—...Giusto ho adocchiato ieri, nel parco del Castello, un Mastino che fa al fatto mio: onesto, modesto e dignitoso. Non gli passa nemmeno per la testa a mettersi a dar la caccia ai bruchi su per le querce. (G. Rodari, «Le avventure di Cipollino»)

Finita la sua storia, hanno inizio le altre sedute, durante le quali s'invita la paziente... a mettersi in una disposizione particolare, dicendo tutto quel che le passa per la testa, senza tacere nulla. (C. Cederna, «Signore & Signori»)

Vittoria. — Oltre la pellegrina vi è anche la ballerina? Una di qua e una di là.

Come avviene quando si naviga col vento in poppa, anche le debolezze, anche i vizi di Paolo Leonforte erano citati quali argomenti in suo onore. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

Dalle quali semplici e schiette parole del buon Villani raccoglierà facilmente il lettore che suppergiù tutte le signorie sono eguali; che tutto si riduce a tosare e scorticare i popoli, o col pretesto della libertà, o col pretesto della sicurezza, o della religione, o di altri sonanti ragioni, secondo i venti che tirano. (P. Fanfani, «Cecco d'Ascoli»)

Domandai con precauzione: «E quali sono difettucci degli osti?» Lui rispose con un altro sospiro: «Beh, i soliti: battezzare il vino con l'acqua della bocchetta, dare una cosa per un'altra, come sarebbe a dire, per esempio, dare l'asino giovane per la vitella, arrotondare il conto al cliente che sta con la ragazza e perciò paga senza fiatare, timoroso di far brutta figura... insomma tutti i trucchetti del mestiere...». (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

...Se leggendo..; certe lettere nelle quali mi lamento su tutte le corde di non sapere più un ette, m'ha dato e ridatto di Padre Zappata, del quale si dice che predicava bene e razzolasse male. (G. Giusti, «Epistolario»)