adultera

«La distrazione delle donne», continuava l'altro, e scoccò un eh! sempre parlando in aria. (L.Bonanni, «L'adultera»)

L'altro, aperti gli occhi, si guardò dall'intervenire. Non era in causa. (L. Bonanni, «L'adultera»)

Lino. — Oggi tu sai aspettare, oggi che è in causa il successo della tua musica, ma ieri quando era in causa il successo della tua vita hai saputo aspettare così?. (D. Fabbri, «Orbite»)

A colpo d'occhio Linda si rese conto dell'ambiente. (L. Bonanni, «L'adultera»)

...le era sempre parso un bravo giovane, così a colpo d'occhio, perché lei non lo conosceva e non conosceva la famiglia ma credeva di non sbagliarsi. (G. Parise, «Il fidanzamento»)

Sempre il brutto ragazzo ossoso con le scapole fuori... Si lascia visitare a denti stretti.... (L. Bonanni, «L'adultera»)

I miei cedettero, per cedere, ma a denti stretti. (G. Marotta, «Le milanesi»)

In filosofia, sebbene a denti stretti, non si trattò che di leggere. (E. Vittorini, «Il garofano rosso»)

In piedi alle sue spalle Linda annuì, giudicando che si era espresso con proprietà e abilità professionali. Ha detto proprio diguisaché. (L. Bonanni, «L'adultera»)

Disse la donna: «Ci siamo.» Il treno andava lento tonfando. «Ci siamo. Doveva averla svegliata la signorina. È Roma.». (L. Bonanni, «L'adultera»)

Don Roberto. — Andate via, vi dico. Ho da parlare con mio figliuolo.

Leone. — La colpa è del fatto, caro mio! Sono nato. E quando un fatto è fatto, resta là, come una prigione per te. Io ci sono. (L. Pirandello, «Il giuoco delle parti»)

Don Marzio. — Che volete voi fare di questi sei zecchini?

Era la mattina d'una domenica quando finalmente Menico sgusciò nella camera del contino... e gli disse sottovoce...

«Davvero devo scappare... Ma non voglio lasciarti col broncio, troviamoci quando esco, verso il tocco, ci sei?». (V. Pratolini, «Le ragazze di Sanfrediano»)

Nei luoghi più lontani mi dovevo recare in treno. Era molto difficile, ma quando riuscivo a farla franca mi prendevano sul posto e dopo qualche giorno di prigione, quando andava bene, mi consegnavano il foglio di via.... (G. Germanetto, «Memorie di un barbiere»)

«Un ladro,» assicurò, «è capace di gettare la refurtiva per farla franca». (L. Bonanni, «L'adultera»)

Seconda domanda: perché ha cercato di tenersi i soldi? Ipotesi:...credeva di avere delle carte in mano per farla franca... Terza domanda: come poteva sperare di farla franca? Su che cosa contava?. (M. Felisatti — P. Pittoru, «La morte con le ali bianche»)

L'albero simboleggia la vita, la forza della natura e toccare un albero, o toccare legno, che da noi è stato distorto in «toccare ferro», ha il potere magico di preservare da un pericolo («Giorni», 30 dicembre 1973).

Non erano gatti neri. Linda sostenne che bisognava toccare ferro. (L. Bonanni, «L'adultera»)

...A X. quando la vedono toccano ferro. (D. Rea, «Ritratto di maggio»)

Raniero veniva con noi e si portava sempre un libro giallo. (F. Palmieri, «Le pecore nere»)

Quest'ultima congettura non proveniva dai libri gialli ma dalla sua natura di donna. (L. Bonanni, «L'adultera»)

«Dovevi raccontarmelo subito, avrei sistemato io...» «Prendendo di petto qualcuno, lo so. Ma non potevamo esporci, finire in questura, in tribunale». (L. Bonanni, «L'adultera»)

Si era sparsa allora la voce che i comunisti non acconsentivano alla pacificazione, e l'ex sindaco aveva preso di petto Baba. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

«E badi anche che non conviene mai prendere di petto il prossimo, le posizioni nette sono pericolose». (G. Montesanto, «La cupola»)

Incredula, Linda si rese conto di essere a sua volta sospettata: una simulatrice che, alle strette, aveva desistito. (L. Bonanni, «L'adultera»)

Arrivò il sostituto procuratore col cancelliere ai tacchi. (L. Bonanni, «L'adultera»)