Addolorata

La lattaia, come tutti nel borgo, mi teneva in conto di uomo lunatico, buono di carattere sì, ma da non doversi troppo considerare. (N. Lisi, «L'agnellino»)

Né mancò qualche allusione agli strati sociali forse tenuti sinora in troppo poco conto. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

— Quel tedesco... e quella donnetta che tiene l'onorevole più in conto di me... Come si chiama?. (E. Corradini, «La guerra lontana»)

Ma sua madre non diceva nulla e continuava di dimostrargli di tenerlo in gran conto. (G. di Rossi, «L'addolorata»)

Avevano lavorato bene quelle tarme, e nessuno intanto pareva tenesse in debito conto la lor fatica. (L. Pirandello, «I vecchi e i giovani»)

«Faccia a terra!» tipica locuzione del gergo brigantesco per cui si intima all'assalito la sottomissione completa se vuole salva la vita. (A. Panzini, «Dizionario moderno»)

Dalla chiesetta dell'Addolorata su in cima gli arrivarono lenti e blandi i rintocchi dell'Avemaria, allorché, d'improvviso, a una brusca svolta dello stradone:

Questo permesso lui me lo diede per disperazione perché ero indietro quattro anni ormai. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Come mai, diceva la gente, passa tanto tempo là in cima... invece di giocare con suo fratello? La spiegazione venne quando la madre si lasciò strappare di bocca che Angela era «un po' indietro». (G. B. Di Rossi, «L'addolorata»)

— Il fatto sta però che è andato di là ad annunciarmi al Commendatore... con grande invidia di tutta quella gente che rimaneva lì con tanto di naso. (G. di Rossi, «L'addolorata»)

Il Maestro restò con un palmo di naso. Ma che doveva fare?. (I. Calvino, «Fiabe italiane»)

...La povera Simona si senti... tanto addolorata... che piangeva come una vite tagliata. (P. Fanfani, «Cecco d'Ascoli»)

Il cavalier Fanetto cominciò a raccontare per punto e per virgola ciò che sapeva relativamente a quella faccenda. (G. De Rossi, «L'addolorata»)

Anche nella nuova industria che era di alimentarsi, aveva anticipato i tempi. Sosteneva che l'operaio non deve concepire il lavoro come una pena.... (G. B. De Rossi, «L'addolorata»)