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«Come giudichi quelli che fanno il doppio giuoco?» «Gente disonesta». (L. Preti, «Giovinezza, giovinezza»)

«Vedi, potrebbero accorgersi che io faccio il doppio gioco con te, e allora mi torturerebbero per sapere dove sei nascosta...». (G. Scerbanenco, «Doppio gioco»)

I due amici... insieme sposarono l'idea e la servirono in vita. (A. Businco, «Il medico partigiano»)

Ma perché dare ad intendere che tutti quelli, che adesso erano venuti in città, si sentivano più felici, più sicuri di sé?. (B. Tecchi, «La terra abbandonata»)

...i toscani non appartengono alla razza di quelli, che voltano alla storia un sedere... e vorrebbero dare a intendere che la storia la fanno loro. (C. Malaparte, «Maledetti toscani»)

Non era ripieno di stoppa come quel vecchio cucco avrebbe voluto dar ad intendere. (E. Pea, «Il forestiero»)

Capivo bene che erano tutte sue invenzioni, che lui voleva darmi a intendere per pavoneggiarsi ai miei occhi e non sfigurare troppo davanti a me, con la sua miserabile vecchiaia. (E. Morante, «L'isola di Arturo»)

...i fascisti... rubano ogni cosa e si mettono a bere vino finché diventano ubriachi. Se ne vanno schiamazzando e sparacchiando all'impazzata. (A. Cervi «I miei sette figli»)

Si misero a stuzzicarlo con domande sciocche e grossolane, con ceremonie canzonatorie. Renzo ora dava segno d'averselo per male, ora prendeva la cosa in ischerzo.... (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

— Sai perché mi fa tanto piacere che sia venuta la primavera?

Geppetto, vedendosi guardare da quei due occhi di legno, se n'ebbe quasi per male. (C. Collodi, «Le avventure di Pinocchio»)

Tutti si voltarono a guardarlo mentre si allontanava; ma Filippo era troppo ubriaco per aversene a male. (A. Moravia, «La ciociara»)

Ormai scendevano insieme a bere e Zvàn invitava l'uomo a venirlo a trovare a casa.

Accettava con rassegnazione, non se ne pigliava a male e perciò continuava a vivere. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

«Non se la prenda a male, signorina!» si lamentava il poveretto.. (A. Drago, «Il fidanzato»)

Sua Altezza possiede ancora la più grossa collezione di perle e smeraldi del mondo... Forse se l'è presa a male per quel che è successo. Prima Jaipur era sua. (O. Fallaci, «Il sesso inutile»)

Quando Farinacci prese in mano la segreteria del partito con disperata energia, i gruppi femminili del Cremonese diventarono i più agguerriti della penisola. (G. C. Fusco, «Le rose del ventennio»)

Da parecchi anni... si lasciava spogliare, insieme col fratello maggiore Vincente, da un amministratore ladro, chiamato Jaco Pacia, il quale aveva saputo arruffar così bene la matassa degli affari, che il povero Nini, avendogliene tempo addietro domandato conto, per poco non ne aveva avuto il capogiro. (L. Pirandello, «I vecchi e i giovani»)

Così imbrogliamo di più la matassa, e non riusciamo mai a venire fuori. (V. Brancati, «Il bell'Antonio»)

— E quanto voleva: ha parlato proprio con quello scopo. Quando stavate per scoprire gli altarini, ha avuto paura che venisse a galla la verità e ha ingarbugliato la matassa con le vertigini. (F. Giovannini, «La babelle»)

Perfino Cercueil e Pelitti cominciavano a guardarlo con altro occhio. (P. Chiara, «Il Balordo»)