служанка

Dopo un mese sarebbe tornato allegro come Celestino. (E. De Marchi, «Il signor dottorino»)

— Va male, — disse la serva. — Quello è allegro come una pasqua. (I. Calvino, «Fiabe italiane»)

...la servetta portò a Pomodoro uno squisito dolce di cioccolata. Pomodoro ne fece un boccone. (G. Rodari, «Le avventure di Cipollino»)

E anziché accusarlo di averla presa per interesse non doveva essergli grata perché le salvava la dote, mentre novanta mariti su cento, nel caso suo, ne avrebbero fatto un boccone?. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

Maria. — Ed ora che si tratta di raggiungere la mia felicità, soltanto perché non curo il giudizio della gente, tu fai causa comune con essa e mi chiami una ganza. (I. Svevo, «L'avventura di Maria»)

La casa era continuamente assediata da creditori... La serva, creditrice di parecchie mesate, faceva causa comune con loro. (G. Verga, «Il marito di Elena»)

«Lo sapete che avete fatto colpo sul barone?». (M. Prisco, «La dama di piazza»)

Credevate di far colpo per la vostra bella faccia?... (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Disse: e, senza attendere che la serva mostrasse d'aver capito, ma sicura d'aver fatto colpo, tornò sui suoi passi, rigida e lesta. (M. Puccini, «Ebrei»)

— Di' un poco: fai tanto la difficile anche con Nino?. (C. Cassola, «Il taglio del bosco»)

In casa devi avercela la donna. Per lui però in casa non c'era nemmeno una serva, che magari, sulle prime, fa la sostenuta ma poi col padrone non può certo mettersi a fare la difficile, tanto che certe volte per un uomo è meglio averci la serva che la moglie.... (P. A. Buttita, «Il volantino»)

L'indomani lei tornava da capo, diceva che non poteva andare da Erode a Pilato, si ostinava a fargli contare le fette di carne, perché non la tenessero in conto di ladra. (C. Verga, «Il marito di Elena»)

—...vostra sorella è una buona giovane e sta ritirata; basterà che la raccomandiate alla cameriera, e potrete dormire con la guancia sulla mano. (I. Calvino, «Fiabe italiane»)

All'urlio s'affaccia la cameriera e... corre a tutte gambe dalla padrona. (G. Nerucci, «Sessanta novelle popolari montalesi»)

Lucieta è una giovane cameriera padovana col nasino all'insù, la boccuccia dispettosa e la lingua che potrebbe spazzare una strada: un capolavoro di femminilità prepotente e capricciosa. (A. Palazzeschi, «Musica proibita»)

«Ci vien qualcuno a trovarla?» disse Cortis. «Pochi o nessuno» rispose la serva. (A. Fogazzaro, «Daniele Cortis»)

Corallina. — Una serva amorosa cosa poteva mai fare di più? Or vengano que' signori poeti, a cui pare di non potere avere applauso, se non ci tagliano i panni addosso. (C. Goldoni, «La serva amorosa»)

...le visite si accomiatarono: e rimasero in famiglia a dir molto bene di sé e qualche piccolo male di coloro che erano partiti. Anche in questo, per altro, si adoperavano l'innocenza e la discrezione veneziana, che s'accontenta di tagliare i panni senza radere le carni fino all'osso. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

— A me non importa un fico secco se colui è un maldicente, un vanglorioso o quel che gli piace di essere.

«Che avresti fatto? L'avresti denunziato?» «E che, faccio la spia, io?». (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Ma non seppero ben nascondere questa tresca che non se ne avvedesse una fanticella: ne fece la spia al marito. (M. d'Azeglio, «Ettore Fieramosca»)

Zanetto. — Dice il proverbio, chi à tempo non aspetta tempo. (C. Goldoni, «I due gemelli veneziani»)

Servetta. — Eh, la signora non vuole arrivare tardi. Chi ha tempo non perda tempo!. (V. Brancati, «Don Giovanni involontario»)

Salto in casa (sudavo freddo!) e la fante mi dice: Madonna sta in termine di morte. (M. d'Azeglio, «Ettore Fieramosca»)

Questa era una disgraziata come me... Serva a tutto fare, come si dice; non specializzata, avrebbe detto il mio fratello di latte. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Alcuni titoli... diventano titoli tutto fare, di applicazione generale. (A. Menarini, «Il cinema nella lingua. La lingua nel cinema»)