придется

—...ti faccio questa predizione, che appena Luca di Cabiate ti vedrà si innamorerà anche lui di te, per cui a Biscottini non resterà che darsi di sua man la morte, poiché finita la Schramm se ne troverà sul collo un'altra!. (F. Sacchi, «La primadonna»)

— Se stai muta per sette anni, ci salvi: ma bada che ne passerai di tutti i colori. (I. Calvino, «Fiabe italiane»)

Si riconfortava pensando al bel costume del suo paese, dove le zitelle che vanno a marito trovano nelle compagne tante filatrici, tessatrici e sarte gratuite, e «avranno pazienza» diceva fra sé sorridendo, «e mi faranno cortesia un'altra volta». (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

M'ha fatto sudare una camicia!.. Ora vi dico che la pera è matura! Un'altra crollatina, e vi casca fra le braccia. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Ma dove la contessa era misurata in modo particolare era nella borsa. La signora Pastorino doveva sudare la sua scorta di camicie fino all'ultima per farsi pagare la retta sempre arretrata. (A. Palazzeschi, «Musica proibita»)

Gli era piaciuto un po' meno, tuttavia, che io lo lasciassi completamente a piedi, senza tenere il minimo conto del fatto che lui, non abituato a studiare da solo, per togliersi dai pasticci avrebbe sudato le sue sette camicie. (G. Bassani, «Dietro la porta»)

...e dopo sudate sette camicie arrivò a fargli dire di sì, da codesto giorno l'ebbe per i capelli. (B. Cicognani, «La Velia»)

Erodiade. — Tutto e già accaduto perché tutto è stato pensato... ogni mossa... ogni parola. Quel che costa costa... dovessi calpestarmi da me... annientarmi con le mie mani. (E. Bono, «La testa del profeta»)

Elisa. — E s'arriverà, così zitti, fino al giorno in cui non c'è più rimedio, e anche a voler parlare, allora, sarebbe come dar di cozzo in un muro. (D. Fabbri, «Orbite»)

— Per ora almeno non c'è speranza che levino il campo e bisognerà ricorrere al vice capitano di Portogruaro per deciderli a metter la coda fra le gambe. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

Non gli creda; è una testa calda, un illuso. Se anche parte lo rimanderanno. Dovrà stare qui anche lui. Ne avrà il danno e le beffe. (G. Piovene, «Viaggio in Italia»)

Viene il 1 maggio e un impiegato... ci regala una macchina da scrivere. Lucia ha pane per i suoi denti e ogni notte si stampano manifestini con evviva all'Armata Rossa e con parole d'ordine contro la guerra. (A. Cervi, «I miei sette figli»)

Cominciavo però a dubitare fra me della vantata omnipotenza del mio Don Giovanni. S'egli vien qui, pensavo, troverà pane pe' suoi denti. (F. Dall'Ongaro, «Novelle»)

Quest'estate la sposo. Per ora la lascio libera, ma appena l'avrò presentata alla famiglia, dovrà rigare diritta. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

— Dunque, siamo intesi o no? Mi pigli o non mi pigli la guerra, non vi scordate, care donne, che qui si deve rigar diritto. (M. Puccini, «Ebrei»)

Fabrizio. — Fa bene; in camera sua vi è quel seccatore del signor Marchese. Carino! Fa l'innamorato della padrona; ma può leccarsi le dita. Mirandolina deve essere mia moglie. (C. Goldoni, «La locandiera»)

— La Gegia è una donnina, una stoffettina, cioè no, un bocconcino saporito da leccarsene le dita. (S. Farina, «Le tre commedie della vita»)

...gettati denari ed incominciata questa traduzione del «Trovatore», bisogna ben che mi sottometta alle Forche Caudine delle tue condizioni. (G. Verdi, «Autobiografia dalle lettere»)

Sono molto più frequenti i fallimenti del sesto-settimo anno, tanto che anche nell'opinione comune tale periodo è considerato una specie di «forca caudina» della vita a due («Paese sera», 26 febbraio 1963).

«Sarei de' cani,» «sarei della fortuna,» maniere di dire non osservate dal Vocabolario, ma assai comuni e vogliono dire: «mi troverei a cattivo partito, sarei maltrattato. (O. Marini, «Lamento di Cecco da Varlungo»)

Con la sua signoria illustrissima non la può prendere che è un pezzo grosso di lui, lì bisognerà rodere il freno. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Io mordevo il freno. Comprendevo... che c'era tutto un mondo alle mie spalle da cui dovevo trovare il modo di distaccarmi. (G. Amendola, «Una scelta di vita»)

Ebbene, sappiano che anche noi, nella grande maggioranza, lavoriamo e, in molti casi, serviamo qualcuno mordendo il freno. (A. Campanile, «Gli asparagi e l'immortalità dell'anima»)

Di domenica, mio padre e mia madre mi portavano al Gianicolo e restavamo seduti su una panchina a prendere il fresco. (F. Palmieri, «Le pecore nere»)

Rosaura. — Ho creduto ch'ei facesse all'amore con voi.

Se crede che le prepariamo un ricevimento in regola sta fresca, poveretta. (A. Palazzeschi, «Sorelle Materassi»)

Adamo. — Fa presto l'Angelo a dire che io sono il re di questo regno. Il fatto è che non ho a chi comandare. A quelle farfalle? Sto fresco, come dice Eva. (C. Pavese, «Racconti»)

Nicollino... ha un'alzata di spalle come per dire: «Oh infine, giacché sono solo bisogna aprire il fuoco». (G. Rovetta, «La trilogia di Dorina»)

E noi due che parlavamo sempre per far bella figura davanti a lui!. (V. Sermonti, «La bambina Europa»)

Ma che muoia dopo che tu hai fatto la promessa e prima che tu sia costretto a mantenerla; in modo da farti fare, come si dice, bella figura con poca spesa.... (A. Moravia, «L'attenzione»)

Annetta ringraziò dopo averlo aiutato a completare la frase ed egli dovette riconoscere che era bene facile fare buona figura con persone che non hanno l'intenzione di farcela fare cattiva. (I. Svevo, «Una vita»)

Se il signor Floriano ci tiene in filo così strettamente intanto che dimora a Genova, Dio sa quanto peggio andrebbe la bisogna una volta che egli fosse di là del mare. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

Don Piddu. — Mi pare che Vossignoria non scherzi... di questi affari s'intende meglio di me e di loro!.. Comincio a persuadermi che stavolta il Commendatore Scannocchio ha trovato il filo da torcere. (P. M. Rosso di San Secondo, «La tunisina»)