попало

Santa scappò sulle colline e si mise coi partigiani. Nuto sapeva adesso sue notizie a caso. (C. Pavese, «La luna e i falò»)

Il terreno era una superficie aspra e ineguale di rottami e di cocci buttati là a caso. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Preso di sospetto esso medesimo per uno strumento della malvagità altrui e messo alle strette di dire chi l'avesse mandato a dar fuoco, diceva un nome a caso. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Non conoscevo il nome della signora; ma risposi di sì, a caso. (A. Moravia, «Seduta spiritica»)

Aprii il libro a caso. Prosa e versi. Poi provai a leggere. (N. Palumbo, «La mia università»)

Non usarla a rovescio [la lingua]. Mettendo in bocca al servitore i modi del padrone, o portando in cattedra la commedia e la tragedia in cantina. (G. Giusti, «Epistolario»)

Aveva rovinate le terre, tagliato gli alberi, venduto il bestiame, così, alla cieca, alla prima occasione, al primo offerente. (G. D'Annunzio, «Trionfo della morte»)

Aveva gran voglia di condurli a parlare del testamento, ma non sapeva in qual modo, e vi girava intorno alla cieca. (G. da Verona, «La vita comincia domani»)

Luca. — Sicché in tutto quel che facciamo sarebbe sempre un po' andare alla cieca, con qualcuno accanto che s'incarica, sempre di cambiarci le carte in tavola. (D. Fabbri, «La libreria del sole»)

Mentre tornavo sulla... «Raffaello» col vento e il mare in poppa, quella fu colta di prua dal rovinoso colpo di mare. (R. Bacchelli, «America in confidenza»)

Fortuna che nel prezzo d'acquisto era stato tenuto conto delle condizioni di abbandono in cui, da tre o quattro stagioni, giacevano i terreni,...e le viti e gli olivi potati sì o no, in qualche parte soltanto, e alla diavola. (B. Tecchi, «La terra abbandonata»)

...i fascisti... rubano ogni cosa e si mettono a bere vino finché diventano ubriachi. Se ne vanno schiamazzando e sparacchiando all'impazzata. (A. Cervi «I miei sette figli»)

Si vedevano attaccati al muro schioppi, tromboni, zappe, rastrelli, cappelli di paglia, reticelli e fiaschetta da polvere, alla rinfusa (A Manzoni, «I promessi sposi»)

Trovarono la stanza sottosopra: !e sedie rovesciate, i cassetti spalancati, il letto disfatto, la valigia piena degli indumenti collocativi alla rinfusa.... (V. Pratolini, «Un eroe del nostro tempo»)

Si udì il rumore di un camion che si avvicinava a rotta di collo. (A. Delfini, «Racconti»)

Antonio. — Domani mattina, voi vi imbarcherete sul «Washington».

Conte. — Io non apprezzo quel che vale, ma quello che si può spendere.

Luigi. — Il pubblico si contenta dei vaudevilles e dei drammi francesi tradotti a rotta di collo. (G. Gherardi, «L'anello della madre»)

I cani abbaiavano a rotta di collo.... (P. P. Pasolini, «Una vita violenta»)

Adesso tutto andava a rotta di collo per don Gesualdo. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Adolfo. — Ah, ah? capisco... tu hai giocato e perduto.

Io stavo in un angolo, sulla branda, sotto due funi... sulle quali penzolavano i miei quattro stracci. (A. Moravia, «Racconti romani»)

Appariva proprio quello che era: una buona massaia che aveva passato tutta la giornata con il bambino e che poi, all'ultimo momento, s'era messo addosso quattro straccetti per uscire. (F. Giovannini, «La babelle»)

In casa sua, poi, i libri sulle rovine e altri si accatastavano come in una libreria... Libri che lui se li teneva come la rosa al naso e guai a chi glieli toccava.... (A. Moravia, «Racconti romani»)

«Ma che dici? Questo è un pezzo unico cinese, che lui se lo tiene come la rosa al naso... e quando viene gente... e tutti stanno a guardare a bocca aperta e il mio padrone si gonfia come un pavone». (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

—...Ti si mette a dormire di là, nella camera di mio suocero. Quel testone non ha voluto saperne di rientrare.