не+люблю

— Mi piace di figurarmi che un qualche hidalgo, guerriero di corsa e di fortuna abbia sequestrato un architetto di quelli che hanno abbellito le città della Nuova Spagna. (R. Bacchelli, «La città degli amanti»)

— Babbo mio buono, io ti amo sopra ogni cosa creata.... (P. Fanfani, «Cecco d'Ascoli»)

Tu dovresti dirglielo, che a me non mi piace di tenere il candeliere. (G. Verga, «I Malavoglia»)

File di giovanotti e di donne si mettevan dietro una bandiera, o uno straccio, anzi magari a uno che andava per i fatti suoi a passo lesto. (R. Bacchelli, «La città degli amanti»)

Se ne andarono anch'esse pei fatti loro di qua e di là. (G. Verga, «I Malavoglia»)

È la cosa che preferisco in quella schifosa città, il fiume. Una cosa fresca, impetuosa, che sa dove va, scroscia via per i fatti suoi tra i salici.... (B. Gasperini, «Rosso di sera»)

...dopo un poco l'autocisterna se ne è andata per i fatti suoi aumentando di velocità fino a diventare una specie di missile che ha preso come bersaglio il palazzo in fondo alla discesa («L'Unità», 10 marzo 1969).

«Non devi credere che non ami Clara. Ma tu mi stavi in gola come un boccone». (V. Pratolini, «Cronache di poveri amanti»)

— Non bisogna mai ricordarsi le cose che dico. Io parlo, parlo, perché ho la lingua in bocca, perché non so stare da sola. Non mi prenda sul serio anche lei, che non vale la pena. (C. Pavese, «La spiaggia»)

«Non essere stupida. Parli soltanto perché hai la lingua in bocca». (G. Arpino, «Altre storie»)

«Sentite, don Gesualdo; io non ho peli sulla lingua. Volevo parlarvi di quello scapestrato di mio figlio». (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

E come tratta la servitù. Ma quelli non hanno peli sulla lingua, gli rispondono a diritto e rovescio, con la rima. (A. Palazzeschi, «Un signore solo»)

Lo vedi bene anche tu come mi son ridotta io... A voler bene a te, a te che non sei neanche bello, neanche sano, a te che mi darai pensieri, pensieri e basta. (G. Testori, «Il Brianza e altri racconti»)

Filuccio. — Ch'è stato? 'O professore non è salito?

—...doveva essere un uomo d'ingegno... e di buon gusto, a giudicare dalla moglie che s'è presa. Non arrossisca, perché non è un complimento. Io sono fatto così: pane al pane. (U. Morucchio, «Storie di ieri, di oggi... e di domani»)

— Un pigmeo, un verme... uno che viveva di carità... sì, sì, bisogna dir pane al pane. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

Fausto. — Ma io non sono per i complimenti. Pane al pane. (E. Possenti, «Questi ci vogliono»)

— Io sono uomo di poche parole e non amo le storie che siano parto di pura fantasia. (U. Caimpenta, «Il Fornaretto di Venezia»)

Ho lasciato alle mie spalle molti progetti. Potrei andare a pescarne uno e dire: «Ecco qua». Ma non m'interessa frugare nel mio cassetto («Film 1961»).

— Ti voglio bene! Glielo disse tenendo le braccine strette intorno al suo collo e baciandola su un orecchio, tanto che Silvana si sentì rimescolare il sangue. (T. Lori, «Bufere sull'Arno»)

Terra. — Di cotesti effetti veramente io non so altro se non che di tanto in tanto io levo a te la luce del sole, e a me la tua.... (G. Leopardi, «Operette morali»)

— Anche a me piace ridere, ogni tanto — disse Jack. (C. Malaparte, «La pelle»)

Mentre nella camera dell'albergo... aspetto che Teresa sia pronta, per uscire e cominciare il giro della città, per andarsene a zonzo come infinitamente mi piace, ammazzo il tempo..... (A. Campanile, «Gli asparagi e l'immortalità dell'anima»)