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Nella chiesa — non si direbbe, ch'è la casa del Signore — ma anche nelle chiese capitano adesso i birboni. (M. Puccini, «Ebrei»)

Il Perro conosceva il Saverio da un paio d'anni e aveva saputo, durante tutto questo tempo, tenerlo, come egli stesso si era espresso, in caldo per ogni eventualità. (A. Moravia, «La mascherata»)

—...Non rinuncerò al mio compito, in ogni modo; e, mi rompa pur le corna con questi ragazzi, farò lo stesso il mio dovere. (M. Puccini, «Ebrei»)

Ma gli scogli eran sempre lì, a venti passi: e lui, dàgli dàgli a remare, come se volesse proprio cozzarci. «Si direbbe che abbia una gran voglia di rompermi le corna là sopra» — si disse ad un momento. (M. Puccini, «Ebrei»)

— Monsignor lo duca ha seco valenti capitani, e non può fallire che egli fiacchi le corna a questo altero lucchese. (P. Fanfani, «Cecco d'Ascoli»)

E va ciondolando per le strade senza età come tutti i babbei, a combinarne una più grossa dell'altra: e la gente ci si arrabbia; o ci ride su a compatirlo; o nell'ozio, sui gradini della chiesa come un tempo su quelli della moschea, gli si fa intorno a suggerirgli scempiaggini, a fargli credere cose dell'altro mondo. (L. Sciascia, «Giufà e il Cardinale»)

Il marchesino Violant scriveva frequenti lettere a suo padre. Cose da non credersi! cose dell'altro mondo!. (E. Calandra, «La bufera»)

L'Emilia si era chiusa in camera e lui mangiava sulla soglia intingendo il pane nel vino. Robe dell'altro mondo! Lui aveva sessant'nni e Speranza sedici. (S. Magi Bonfanti, «Speranza»)

Lindoro (a Fabrizio). — Ah! son tradito senz'altro.

Rimasi, ma i primi giorni non sapevo più in che mondo mi fossi. (A. Panzini, «Le cagna nera»)

«Vedi Napoli e poi muori» aveva detto due o tre volte un viaggiatore seduto di fronte a lui. «Muori tu, cornuto!» s'era ripetuto fra sé Salvatore. (P. A. Buttita, «Il volantino»)

— Ecco come vanno le cose, — diceva ancora tra sé don Abbondio... — con me, per una mezza bugia, detta a solo fine di salvar la pelle, tanto chiasso. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Io sono stato fermato quattro o cinque volte, e ho sempre salvato la pelle. (E. Calandra, «La bufera»)

Lei lo aveva ormai in pugno: lo comandava, lo rimproverava per nulla, sfogava contro di lui la rabbia di sentirsi giocata da Basilio. (M. Prisco, «La dama di piazza»)

La Velia mostrò una tenerezza così sottile... che l'ingegnere ebbe l'illusione d'essere ringiovanito e d'averla finalmente in pugno, d'essere arrivato a possederla da vero. (B. Cicognani, «La Velia»)

Erodiade. — Li tengo in pugno tutti. Li schiaccio tutti quando decido io. (E. Bono, «La testa del profeta»)

Intanto continuavo a ripetere dentro di me: «Niente paura, il primo passo è il più difficile... poi tutto viene da sé». (A. Moravia, «Racconti romani»)

L'uomo onesto in faccia al malvagio piace generalmente (non dico a tutti) immaginarselo con la fronte alta, con lo sguardo sicuro, col petto rilevato, con lo scilinguagnolo bene sciolto. (A. Manzoni, «I promessi sposi»)

Invece Mademoiselle Lafon... volle mostrare che, al bisogno, aveva lo scilinguagnolo sciolto. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

Ma si farebbe un libro più ridicolo della vita del piovano Arlotto chi volesse scrivere le innumerabili inezie pomposissimamente dettemi dalle loro signorie, che avevano entrambe lo scilinguagnolo rotto assai bene. (G. Baretti, «Lettere familiari ai suoi tre fratelli Filippo, Giovanni e Amedeo»)

Era tardi, la minestra si raffreddava sulla mensa, i «ragazzi» non tornavano, ancora, e lei brontolava tra sé e sé. (V. Brocchi, «Gagliarda»)

Così si muoveva e cantava tutta tra sé e sé.... (E. Vittorini, «Il garofano rosso»)