доктор

Il dottore. — La digestione è abbastanza regolare — vero? — La nutrizione... soddisfacente; anche quei nostri piccoli fenomeni nervosi non si sono più ripetuti, dunque — da brava — dallo stato generale dell'organismo bisogna ragionevolmente concludere che il meglio è nemico del bene. (G. Rovetta, «L'Idolo»)

Il dottor Castiglia era un distintissimo giovane, senza offesa dei presenti, che abitava con la madre, al piano di sopra, figlio unico di madre vedova (M, Prisco, «La dama di piazza»).

— Vi ho detto, caro dottore, come il mio sindaco sia una perla d'uomo. (C. Boito, «Macchia grigia»)

Il cugino, il dottor Meccio e parecchi altri, picchia e ripicchia, avevano un po' scosso la sua risoluzione di mantenersi assolutamente estraneo alle fiere lotte municipali. (L. Capuana, «Il marchese di Roccaverdina»)

Don Filippo non si moveva: fino a che, picchia e ripicchia, il prevosto non veniva a patti, per levarsi quella pittima d'addosso. (L. Capuana, «Il prevosto Montoro»)

Il dottore scrollò le spalle:

E gli veniva voglia di strangolarlo. Se mai Trick fosse stato a portata di mano. (G. Soavi, «Fantabulous»)

Rizzandosi in piedi... il dottorino potè dire a se stesso che la prova del fuoco era passata e che egli ne era uscito con onore. (S. Farina, «Le tre commedie della vita»)

Monsieur le Beau. — Un francese ha fiamme bastanti per amarne anche cento.

Dottore Merlino. — Pur troppo, quando un ammalato muore, si dice ch'è stato il medico, che l'ha cacciato sotterra. (C. Goldoni, «La finta ammalata»)

Il dottor Marrone visitò il malato di sotto e di sopra, gli guardò la lingua e gli occhi, gli tastò il polso. (G. Rodari, «Le avventure di Cipollino»)

— Non intendevo affatto di scherzare, ammettendo che, in alcuni casi, il mondo visibile può diventare un tradimento per la immaginazione: come la veglia in rapporto al sogno.

Però chi sul serio dicesse che lo stile di questo libretto piace appunto perché non ha stile, darebbe forse nel segno. (U. Foscolo, «Ultime lettere di Jacopo Ortis»)

«Ah, dottore, come sa cogliere bene in segno, lei». (L. Compagnone, «L'amara scienza»)

Egli s'irritò e capii di aver colpito nel segno. (A. Moravia, «La romana»)

— Se fosse vero! — pensava Mario uscendo dal Caffè di Parigi. — Se questi ragazzi che chiacchierano per divagare la noia avessero dato nel segno!. (F. Martini, «La marchesa»)

La sua requisitoria aveva colpito a segno, ma aveva insieme ridestato l'istinto e il coraggio della difesa, perché sentivo che era ingiusta. (G. Piovene, «La gazzetta nera»)

Al caffè... si agitò l'idea di mandar dai Corimbo, con un pretesto qualsiasi, degli esploratori per scavar terreno. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

«Io vorrei chiedere alla zia questo e questo, sono sicura che mi direbbe di sì, ma non trovo il coraggio. Prova tu a tastare il terreno». (G. Piovene, «La gazzetta nera»)

Bisognava procedere prima con cautela, lentamente, secondo i consigli di Fabrizio: tastare il terreno. (B. Tecchi, «Giovani amici»)

Il dottore. — E in quanto ad Emma, cominceremo un giorno o l'altro, con un po' di quiete, a tastare il terreno. (G. Rovetta, «L'Idolo»)

Il dottor Linzevi era ora un uomo finito. Sette o otto anni di carcere, e la rovina completa. (G. Scerbanenco, «Meglio non licenziarle»)

Anche il dottore, a dire il vero, gli era venuto un po' in uggia. (A. Panzini, «Il libro dei morti»)

«...allora me la vedo io con la Mariuccia...» Come, Dottore?

Il dottore rise di nuovo.