savını

Meriti dunque che io non ti lasci a bocca asciutta, senza averti spiegato la ragione di alcune mie stranezze. (G.Tomasi di Lampedusa, «Racconti»)

— E che cosa è accaduto a tuo padrone?

Sono, anzi siamo ancora a denti asciutti del tuo discorso sul Parini... che, spero, vedremo presto. (G.Giusti, «Epistolario»)

Rientrò a casa a gola asciutta e non si senti di cantare l'«Ave Maria» di Gounod... Fini col ridersi sopra, ed esclamò: «Beh, per questa volta la frittata l'ho fatta io!... (R.de Rensis «Il cantore del popolo»)

E quelli ufficiali!.. Che visini diafani, non hanno sangue nelle vene! Basta, è vero che anche lui è sempre stato bianco come la cera e, non faccio per dire, ma ad Arcole non avea molto l'aria di curarle le palle austriache!.. Ma questi... purché alla prima rugiada non si squaglino. La sarebbe bella. (M.Savini, «Fantasmi»)

Conte D'Albafiorita. — Oh, questa è bella! Voi mi vorreste impedire ch'io amassi Mirandolina?. (C.Goldoni, «La locandiera»)

Io ho bevuto il calice dell'emigrazione goccia a goccia e porto sul mio corpo e nella mia anima i segni di molteplici cicatrici. (M. Appelius, «Da mozzo a scrittore»)

Gabrio accennò a sua moglie di tacere, e deciso ormai a votare il calice fece chiamare il suo segretario. (E. Castelnuovo, «I Moncalvo»)

Don Juan aveva libato fino alla feccia il calice dei piaceri, senza tener calcolo mai delle lagrime cocenti. (M. Savini, «Fantasmi»)

...e poi piango con la faccia nel cuscino dicendo che voglio morire e dall'amica di lei non mi lascio toccare neanche una mano, solo e orfano bevo fino alla feccia il mio calice d'agonia. (G. Berta, «Il male oscuro»)

Mi sembrava di aver sofferto già molto! Pensavo di aver già fatta la mia parte! Come m'illudevo! Quelle furono le prime gocce, le più dolci o le meno amare di un calice amarissimo, che dovevo bere fino all'ultima stilla. Il prologo di un dramma di ferro e di fuoco (Don Sante Bartolai, «Da Fossoli a Mauthausen. Memorie di un sacerdote nei campi di concentramento nazisti»).

—...sta a vedere che quella scimunita, quella bambola che si era permesso di ridere perché il mio padrone zoppicava un pochino, avrebbe potuto fargli girare il capo!. (M. Savini,«Fantasmi»)

Il re tremò dal capo alle piante; ebbe appena la forza di gettare uno sguardo sul foglio che il governatore del castello di Zell gli indirizzava. (M. Savini, «Fantasmi»)

— Ah!.. — gridai, — ti ho colto in flagrante delitto d'ambizione: dunque, pensasti tu pure alla gloria.... (M. Savini, «Fantasmi»)

...ed io, sotto quegli sguardi, cominciavo ad aver l'aria di chi venga colto in flagrante. (U. Morucchio, «Storie di ieri, di oggi... e di domani»)

— Io rimasi perché Lord Giorgio mi disse: «Tu aspettami qui», e allorquando quell'uomo parlava avrei un po' voluto vedere chi avrebbe avuto il muso di disubbidire!. (M. Savini, «Fantasmi»)

Ma mettiamo da parte questi intrigucci, e gli scherzi, perché io avrei muso d'affrontare tutte le ire e le maledizioni, qualora avessi dalla mia un Direttore intelligente e di polso, come è certamente M. Perrin. (G. Verdi, «Autobiografia dalle lettere»)

Duca... — Adelaide è una bella donna. A Roma è celebre quasi quanto una principessa. Tu farai della réclame. Ma ora lascia la libreria: e sia finita!

Era scritto che io dovessi bere fino all'ultima goccia il dolce veleno dell'illusione. (E. De Marchi, «Redivivo»)

Era scritto che non ci saremmo incontrati più su questa terra?... (M. Savini, «Fantasmi»)