dare+(del)

— Cerco sempre di dare alle cose e ai fatti il loro giusto peso. (V. Brocchi, «I tempi del grande amore»)

—...io ho un poco paura di dare a quell'uomo l'ultima spinta sulla china, dove già è avviato e sulla quale, è certo si romperà l'osso del collo. (M. Puccini, «Ebrei»)

Il cattivello si mise a singhiozzare ed a strapparsi i capelli e a dar del capo nelle gambe della madre, sicuro di non farsi del male. (I. Nievo, «Confessioni di un italiano»)

Ora il Re, a cui queste grandezze e cortesie del Seniscalco non piacevano anzi erano a noja... cominciò, come si suoi dire, dargli dell'ala. (M. Bandella, «Novelle»)

L'idea d'una malattia.., l'idea della morte fra i terrori di una coscienza non pura, sopravvenne in un momento di titubanza, diede il tratto alla bilancia, e le fece prender la risoluzione. (M. d'Azeglio, «Ettore Fieramosca»)

Il Duca. — La vanità di parere uomo prima del tempo e la libertà di spendere senza misura hanno dato il tratto della bilancia. (A. Torelli, «I mariti»)

Bortolo Dogna... dava il tracollo alla bilancia con la sua autorità calligrafica. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

Infatti i giornali della domenica non ne facevano cenno. (G. Dessi, «Il giornale del lunedì»)

— I Lucchesi cominciano ad essere stanchi della tirannia di Castruccio; e novellamente uno de' Quartigiani... mi ha dato lontano cenno, che... la città di Lucca volentieri si darebbe alla mia signoria. (P. Fanfani, «Cecco d'Ascoli»)

...e poi, facendomi coraggio... le avevo fissato un appuntamento per giovedì che era il giorno in cui la padrona le dava il cambio alla cassa del bar. (A. Moravia, «Nuovi racconti romani»)

...il grosso dei tedeschi s'era meglio sistemato in un grande convento di frati, già in paese, e per il servizio alle batterie andavano a darsi il cambio sera e mattino. (L. Davì, «I prigionieri russi»)

Dovetti tenerle nascosto di essermi arruolato nel maro, per non darle il crepacuore. (V. Pratolini, «Un eroe del nostro tempo»)

...mi pareva d'aver già dato fondo a tutti gli argomenti possibili.... (N. Ginzburg, «Le piccole virtù»)

Il custode se lo trovò... a tavola e lo servi... dando fondo alle scorte di una settimana. (P. Chiara, «Il Balordo»)

«Credo che abbiamo dato fondo a tutti gli argomenti, pro e contro. (M. Soldati, «Il vero Silvestri»)

«Voglio che casa Roccaverdina rifiorisca. Tuo zio è uno scioperato. Ha già dato fondo a tutto il suo patrimonio; e suo figlio è più matto di lui. (L. Capuana, «Il marchese di Roccaverdina»)

Ma io stessa, non provavo l'oscuro, l'inesplicabile impulso di giustificarmi? Giustificarmi: non futilmente per un mio violato ritegno; al contrario, far certo mio fratello che avevo dato fondo, e senza frutto, alla mia libertà o licenza.... (T. Landolfi, «Un amore del nostro tempo»)

— Domani sera replicheremo gli «Amanti».

Mentre aspetta la famiglia, la S. pensa di mettere a frutto la sua amicizia con i due soldati per vedere di salvare qualche vicino. (G. Debenedetti, «Un ultimo bacio»)

Il discepolo di Krafft-Ebbing, Professore Kapp, aveva messo a frutto gli anni dopo la dimissione del manicomio, studiando la parte storica della sua materia, e la letteratura relativa. (R. Bacchelli, «La città degli amanti»)

Suo padre più d'una volta avea dato da fare alla Polizia.... (G. Rovetta, «Quintino e Marco»)

...e dava da fare ai primi signori del paese!. (G. Verga, «Mastro-don Gesualdo»)

Anche il duchino Mandarino diede un bel da fare al Castello.

Quando si leggono le cronache municipali del secolo XVII, s'entra nel dubbio che gli uomini d'allora fossero stati colti da pazzia o avessero dato, come si diceva, nel farnetico. (C. Ricci, «Vita barocca»)

Il Perro si era presto accorto di questa ostilità del commissario... e decise, alla prima occasione, di dargli una lezione. (A. Moravia, «La mascherata»)

— Povero Merlo! — disse Pinocchio al Gatto — perché l'hai trattato così male?

In quindici giorni di malinconico amore e di tetre lezioni di inglese, Elisabeth mi diede la misura del passo che stavo per compiere. (N. Salvalaggio, «L'acrobata»)

Poi, sul più bello del comizio, era stata data la molla alle povere bestie, ed esse si erano precipitate giù per la discesa. (A. Panzini, «La pulcella senza pulcellaggio»)

— Prima di tutto non posso abbandonare la mia piccola; e poi figurati se voglio liberarmi di mio marito che mi dà ai nervi. (V. Brocchi, «I tempi del grande amore»)

Eugenio. — Eccolo qui; vuol dar di naso per tutto. (C. Goldoni, «La bottega del caffè»)