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...la parrucca bionda della principessa era a volte gettata di traverso come doveva essere il mantello del casto Giuseppe il giorno ch'egli lo lasciò tra le braccia deluse della moglie di Putifarre. (E. Castelnuovo, «L'onorevole Paolo Leonforte»)

«Cara, noi lavoriamo gomito a gomito e, da anni, ci diamo del tu». (G. Marotta, «Le milanesi»)

Dopo diciotto anni che viviamo gomito a gomito, pare che manco mi conoscano, certe volte. (B. Gasperini, «Rosso di sera»)

A volte capitava che in una indagine «collaboravano gomito a gomito» polizia, carabinieri, guardia di finanza, interpol. (M. Felisatti-F. Pittoru, «La morte con le ali bianche»)

Gli diventò amico, e tanto familiare, che nessuno altro gli entrava innanzi. (P. F. Giambullari, «Storia d'Europa»)

— Nessuno l'ha assistito, meschino! Solo, senza neppure un requiem è andato al mondo di là. (F. Perri, «Emigranti»)

E così, quando il curatore lasciò questo mondo, Beppino potè trovar posto... nello studio di un notaro che andava per la maggiore. (B. Cicognani, «La Velia»)

...al principio del '38 l'editore Conti di Milano gli stampa una raccolta di sei romanze... Musica da camera... piuttosto meglio che peggio di tant'altra, che va per la maggiore (A Oberdorfer, «Appunti per la biografia di Giuseppe Verdi»).

La donna era sempre per lui la creatura di un altro mondo, vagamente superiore e indecifrabile. (D. Buzzati, «Un amore»)

— Temo che molti di noi faranno, partenza per l'altro mondo. (E. Salgari, «Il corsaro nero»)

—...La «Gabbiano», oggi come oggi, è sana.... (G. Arpino, «Altre storie»)

Il Ghini si arrese talmente che, oggi come oggi, se ci incontriamo... di rado mi nota e mi saluta con un cenno. (G. Marotta, «Mal di Galleria»)

«Sarà magari un'intenzione del ministro che potrà venire attuata in un avvenire più o meno prossimo... ma oggi come oggi... insomma ho i miei dubbi!». (V. Brancati, «Il bell'Antonio»)

Gira e gira cercando l'amore vero, definitivo, e intanto perde tempo senza venire a capo di nulla. E la stagione finisce. Le ragazze passano... da una villeggiatura all'altra, stringono, agguantano, ma all'ultimo se ne vanno con un pugno di mosche. (R. Brignetti, «La deriva»)

Gli altri si arrabattano con la furberia, coi calcoli e con gli inganni... e alla fine, machiavellici come sono, si ritrovano con un pugno di mosche. (A. Moravia, «Le ambizioni sbagliate»)

Aldo. — Io sono riservato... anche troppo. Lo so, è colpa dell'educazione... gli altri mi spingon da parte e io resto con un pugno di mosche. (E. Possenti, «Un altro amore»)

Infine, infine... chi sarebbe e che cosa pretenderebbe questo signor Barchiesi? Un uomo che ha saputo fare soldi, molti soldi; ma punto e basta!. (M. Puccini, «Scoperta del tempo»)

...Le due ragazze dell'osteria dove andavano a mangiare la sera, a lui che forza ne aveva parecchia ma coraggio pochissimo, gli sorridevano magari, però, punto e basta.... (M. Puccini, «Scoperta del tempo»)

Da quando in qua non le è più concesso di andare pe' fatti suoi, senza pagare il pedaggio al primo venuto, che ami scoccalarle una boccata di fumo sul viso o una impertinenza all'orecchio?. (A. G. Barrili, «Come un sogno»)

Non s'impresta che ai ricchi, dice il proverbio, ma il caso mio ammonisce che si presta alcuna volta ai poveri. (A. G. Ba- rilli, «Come un sogno»)

Come accade talvolta a quegli eserciti... I quali invadono senza colpo ferire il paese nemico, ma poi, dopo le prime vittorie, sono costretti... a batter vergognosamente in ritirata (A. Moravia, «Le ambizioni sbagliate»).

Come ai santi ancor viatori in vita è concedibile soltanto quel che si dice odor di santità, così ai poeti spetta non più che odore di poeticità, fino a che non siano andati, come dice l'energica metafora plebea, a far terra da pignatte. (R. Bacchelli, «Saggi critici»)

Terra. — Di cotesti effetti veramente io non so altro se non che di tanto in tanto io levo a te la luce del sole, e a me la tua.... (G. Leopardi, «Operette morali»)

— Anche a me piace ridere, ogni tanto — disse Jack. (C. Malaparte, «La pelle»)

Quando l'editore Cappelli mi propose di riunire alcune delle mie commedie con una prefazione o presentazione che dir si voglia, io avevo in animo di rivolgermi al Tizio o al Caio che certamente avrebbe detto corna dell'opera mia. (E. Possenti, «Sei commedie», «Prefazione»)

Che Tizio o Caio a loro rischio e per loro contento vogliano far pittura, si accomodino. (U. Ojetti, «Ottocento, novecento e via dicendo»)

«...E io non so se alle volte non mi convenga mandarlo avanti per quella strada...». (G. Testori, «Il Brianza e altri racconti»)